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  04 ottobre , 2009       piero.devita       Attualità, La nostra storia   
TREBISACCE- NUOVA PARROCCHIA

UNA NUOVA PARROCCHIA A TREBISACCE

        

 
AVVISO SACRO
 
 
Carissimi fratelli e sorelle,
     A Voi che avete posto la vostra dimora in questo lembo di costa così suggestivo della nostra Calabria nella bella Trebisacce, che da un certo tempo avete sentito il bisogno di incontrarvi, radunarvi nel nome di Signore ed avete voluto riunirvi in questa casa tra le tante case, per celebrare i Misteri del Signore, ecco la bella notizia: il nostro Vescovo, mons. Vincenzo Bertolone, ha elevato questa comunità alla dignità di “Parrocchia”.
E’ una nuova parrocchia, l’ultima, la più giovane delle 48 parrocchie della Diocesi.
Per volere del nostro Vescovo e del Consiglio Presbiterale, è stata intitolata a San Vincenzo Ferrer, religioso dell’Ordine dei domenicani, la cui festa liturgica cade il 5 aprile.
A San Vincenzo Ferrer, nostro Patrono e Protettore, affidiamo questa comunità parrocchiale. Ma sentendoci figli della Chiesa Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria, consegniamo a Lei, Vergine Madre, i sentimenti e le attese di questo popolo. Come “stella del mare”, illumini la nostra Comunità e la sostenga in questo nuovo cammino.
     All’inizio di questo nuovo cammino, non possiamo che dire grazie al nostro Vescovo, che, come nostra guida e pastore, ha inteso istituire questa Parrocchia. Ringraziamo i sacerdoti che, in questi ultimi anni, hanno prestato un’attenzione pastorale nei confronti di questa comunità. In particolare, diciamo un sincero “grazie” al parroco della Chiesa “madre” don Pierino De Salvo. A lui esprimiamo i nostri sentimenti di riconoscenza per quanto ha operato per il suo bene spirituale.
     Inizia così un cammino nuovo. Ci sentiamo “un piccolo gregge sotto un solo pastore”, mandati ad annunciare la bella notizia che il Signore è vicino a noi, ci è padre e desidera che camminiamo sulle strade del suo amore. Vogliamo essere la Chiesa “che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie” (papa Giovanni Paolo II), che “offre la fede cristiana agli uomini come la fontana del villaggio offre la sua acqua fresca ai passanti” (papa Giovanni XXIII).
     La nostra comunità non è tra le più grandi della diocesi. Ad essa appartengono i fedeli che abitano nell’area compresa tra le vie G. Salvemini - fratelli Rosselli – v. Marie e Pierre Curie.
Siamo poco più di mille fedeli, una piccola comunità di fratelli, che non si sentono estranei l’uno all’altro, come un gruppo disgregato che le circostanze e le vicissitudini del caso hanno messo assieme. Vogliamo fare della conoscenza un’arma preziosa per crescere nell’amicizia e nella stima reciproca. Per questo accogliamo l’invito di S. Paolo a camminare nella carità e a vivere in pace gli uni agli altri.
 
Trebisacce 26 settembre 2009 (festa dei santi Cosma e Damiano)
 
  DON FRANCESCO OLIVA e DON M ICHELE SEWODO

 

 

 

 

Riportiamo le notizie più importanti sulla vita del santo

 

San Vincenzo Ferrer - sacerdote

 
5 aprile - memoria

Valencia (Spagna), 1350 - Vannes (Bretagna, Francia), 1419

 

 

Vide nella mistica domenicana un ideale di perfezione che espresse nel trattato De vita spirituali. Sentì la vocazione di apostolo pellegrinante e percorse l’Europa occidentale evangelizzando, convertendo i catari e i valdesi, e cercando di porre fine alla guerra dei Cento anni. Diede ai “flagellanti” che lo seguivano regole di vita precise, per cui sorsero alcune confraternite. Spiritualità eminentemente apostolica e cristocentrica, cercò la verità prima di tutto nello studio delle Sacre Scritture, sempre assillato dal problema dell’unità della Chiesa.
 
Patronato: Costruttori
Etimologia: Vincenzo = vittorioso, dal latino
Emblema: Globo di fuoco, Stella
 
Martirologio Romano: San Vincenzo Ferrer, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori, che, spagnolo di nascita, fu instancabile viaggiatore tra le città e le strade dell’Occidente, sollecito per la pace e l’unità della Chiesa; a innumerevoli popoli predicò il Vangelo della penitenza e l’avvento del Signore, finché a Vannes in Bretagna, in Francia rese lo spirito a Dio.
 
 
Due mesi dopo il suo ritorno definitivo da Avignone a Roma, papa Gregorio XI muore nel marzo 1378. E nell’Urbe tumultuante ("Vogliamo un papa romano, o almeno italiano"), i cardinali, in maggioranza francesi, eleggono il napoletano Bartolomeo Prignano (Urbano VI). Ma questi si scontra subito con i suoi elettori, e la crisi porta a un controconclave in settembre, nel quale gli stessi cardinali fanno Papa un altro: Roberto di Ginevra (Clemente VII) che tornerà ad Avignone. Così comincia lo scisma d’Occidente, che durerà 39 anni. La Chiesa è spaccata, i regni d’Europa stanno chi con Urbano e chi con Clemente. Sono divisi anche i futuri santi: Caterina da Siena (che ha scritto ai cardinali: "Oh, come siete matti!") è col Papa di Roma. E l’aragonese Vincenzo Ferrer (chiamato anche Ferreri in Italia) sta con quello di Avignone, al quale ha aderito il suo re.
Vincenzo è un dotto frate domenicano, insegnante di teologia e filosofia a Lérida e a Valencia, autore poi di un trattato di vita spirituale ammiratissimo nel suo Ordine. Nei primi anni dello scisma lo vediamo collaboratore del cardinale aragonese Pedro de Luna, che è il braccio destro del Papa di Avignone, e che addirittura nel 1394 gli succede, diventando Benedetto XIII, vero Papa per gli uni, antipapa per gli altri. E si prende anche come confessore Vincenzo Ferrer, che diventa uno dei più autorevoli personaggi del mondo avignonese. Autorevole, ma sempre più inquieto, per la divisione della Chiesa. A un certo punto ci si trova con tre Papi, ai quali il Concilio riunito a Costanza, in Germania, dal novembre 1414, chiede di dimettersi tutti insieme, aprendo la via all’elezione del Papa unico. Ma uno dei tre resta irremovibile: Benedetto XIII, appunto. Allora, dopo tante esortazioni e preghiere inascoltate, viene per Vincenzo la prova più dura: annunciare a quell’uomo irriducibile, che pure gli è amico: "Il regno d’Aragona non ti riconosce più come Papa". Doloroso momento per lui, passo importante per la riunificazione, che avverrà nel 1417.
E’ uno dei restauratori dell’unità, ma non solo dai vertici. Anzi, Spagna, Savoia, Delfinato, Bretagna, Piemonte lo ricorderanno a lungo come vigoroso predicatore in chiese e piazze. Mentre le gerarchie si combattevano, lui manteneva l’unità tra i fedeli. Vent’anni di predicazione, milioni di ascoltatori raggiunti dalla sua parola viva, che mescolava il sermone alla battuta, l’invettiva contro la rapacità laica ed ecclesiastica e l’aneddoto divertente, la descrizione di usanze singolari conosciute nel suo viaggiare... E non mancavano, nelle prediche sul Giudizio Universale, i tremendi annunci di castighi, con momenti di fortissima tensione emotiva. Andò camminando e predicando così per una ventina d’anni, e la morte non poteva che coglierlo in viaggio: a Vannes, in Bretagna. Fu proclamato santo nel 1458 da papa Callisto III, suo compatriota.
La sua data di culto è il 5 aprile, mentre l'Ordine Domenicano lo ricorda il 5 maggio.
 
 
( notizie desunte da: www. santiebeati/autore: Domenico Agasso)