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  31 ottobre , 2009       redazione       Attualità   
Ospedale di Trebisacce- Lotta dura senza paura
11 NOVEMBRE: SCENDIAMO TUTTI IN PIAZZA
Riapriamo l’ospedale di Trebisacce
 
Giù la maschera. Il popolo sovrano ha il diritto di sapere.
Chi ha chiuso il nostro Ospedale? Perché? Chi sono i complici?
Chi ci tiene davvero a  riaprirlo?
Perché i cittadini sono stati tenuti all’oscuro di tutto?
Quali interessi occulti e coperture politiche inconfessabili ci sono dietro
 a questa assurda vicenda?
 
Le Associazioni di Trebisacce  ribadiscono per l’ennesima volta propria
posizione di sempre: attuazione delle prescrizioni dei NAS, riapertura immediata del
Blocco Operatorio e dei reparti di Ostetricia – Ginecologia e Chirurgia Generale.
Adesso basta al mutismo ed alla rassegnazione.
Anche i cani e i gatti hanno le loro cliniche veterinarie.
Ma i cittadini dell’Alto Jonio no, nemmeno uno straccio di reparto ospedaliero.
Non più. Un disastro, un fallimento totale.
Per chi ci rappresenta e ci tutela, siamo meno che bestie?
Siamo solo un serbatoio di consensi?  Siamo buoni solo per i saluti, i caffè ed i sorrisi
in campagna elettorale, e poi chi si è visto si è visto?
Dobbiamo chiedere il passaggio alla limitrofa Basilicata?
 
Ed allora:
No al silenzio delle istituzioni.
No alla credulona incapacità di tutelare i legittimi e sacrosanti diritti dei cittadini.
No alle fumose promesse di chi ci ha pugnalato al cuore.
No alla rassegnazione ed all’apatia pilotata ad arte da una pletora di politici opportunisti, di manager corsari e di medici carrieristi.
Politici, Amministratori, Dirigenti e Responsabili, venite a galla,
non restate nell’ombra. Chi rifiuta il confronto, forse ha qualcosa da nascondere.
Ma non tutto è perduto. Confrontiamoci in piazza. Tutti assieme.
Chi ha sbagliato si ricreda. Chi non ha agito, agisca.
Non è tempo di lotte fra fratelli. L’Ospedale è di tutti. Facciamo fronte comune. Analizziamo la situazione. Uniamo le forze. Viaggiamo insieme.
 
 
Le Associazioni di Trebisacce invitano tutti i Sindaci, i Cittadini dell’Alto Jonio,
gli Operatori Sanitari, le Sigle Sindacali, le Scuole e tutte le Istituzioni, di ogni ordine e grado, ad una grande manifestazione, dura e determinata, propositiva e costruttiva, per mercoledì 11 novembre prossimo, a Trebisacce.
Comunicheremo presto i dettagli organizzativi.
Non molleremo, per le donne, per gli anziani ed i nostri bambini.
 
UNITI, RIUSCIREMO A RIAPRIRE IL NOSTRO OSPEDALE
 

                                                                                 ( Le Associazioni di Trebisacce)

 

 
 
 
 

http://ospedaletrebisacce.blogspot.com                        www.trebisacce.info

 

 

 

 ( PDV-WA)

LE ASSOCIAZIONI DI TREBISACCE

CHIUSURA DELL’OSPEDALE                                                                    DI TREBISACCE ?

...NO GRAZIE!!!

Chi ci perde?

 

1)           Il malato

Ricoverarsi fuori paese è sempre un disagio: si è ospiti, dove non si conosce nessuno.Si può morire per strada, durante il trasporto, in caso di infarto o incidente o qualsiasi trauma. Il problema è ancora più grave per i nostri centri collinari e montani, che con le nostre disagevoli strade, già stentano a raggiungere la propria marina, figuriamoci Rossano o Cosenza.

2)           I parenti del malato

Trovare un posto letto in un ospedale forestiero, per il proprio parente, diventa difficilissimo. Per le visite, bisogna viaggiare, anche 4 viaggi al giorno. Non si sa in mano a chi si lasciano i propri cari. Per non parlare di uffici, pratiche e CUP fuori sede.

3)           Le madri e le donne

Si può morire per emorragia, distacco della placenta o altri eventi urgenti ginecologici, prima di raggiungere l’ospedale forestiero; si può partorire per strada, non si può essere assistiti dai parenti come nel proprio paese. Per fare i controlli in gravidanza, o le semplici visite ginecologiche, bisogna viaggiare. I propri figli non nascono nel proprio paese. La normale prevenzione diventa un’impresa.

4)           La Scuola

Sulla scelta dell’istituto dove compiere l’obbligo scolastico, pesa la presenza di strutture sanitarie atte a garantire un pronto intervento sugli alunni, in caso di necessità.La chiusura dell’Ospedale comporterà una diminuzione delle iscrizioni, a tutto vantaggio degli istituti di Policoro, Castrovillari e Corigliano.

5)           Il personale dell’ospedale

Lavorare fuori paese comporterà disagi, spese e pericoli per i viaggi quotidiani. Trasferito l’attuale personale medico ed infermieristico, nessun’altra assunzione. Aumento della disoccupazione e dell’emigrazione.

6)           I proprietari di case

Appartamenti vuoti e sfitti. Calo del valore a metro quadro degli appartamenti. Calo dei canoni d’affitto. Magazzini sfitti sia per posti auto che per attività commerciali chiuse.

7)           Il commercio

Calo delle vendite per tutti i tipi di attività commerciali: bar, tabacchi, sanitarie, abbigliamento, materiale edile, alimentari, ristorazione eccetera, nessuno escluso.  Si creerà disoccupazione sia fra gli imprenditori costretti alla chiusura, sia fra commessi ed addetti con mansioni di ogni ordine e grado.

8)           Il turismo

Un paese ed un territorio senza un Ospedale, sono scelti più difficilmente da chi deve andare in vacanza. Per questo saranno danneggiati i proprietari di case, alberghi, stabilimenti balneari ed i commercianti in genere.

9)           La Regione Calabria

        Le spese per la Regione Calabria aumenteranno, a causa del prevedibile aumento di ricoveri nella vicina Policoro a (+/-) 40 km da Trebisacce, in Basilicata.

10)       Il prestigio del Trebisacce e dell’Alto Jonio
Un paese senza Ospedale non può dirsi una Città. Perdere l’Ospedale è un declassamento
Per Trebisacce e per tutto l’Alto Jonio. ……..
…………………………………………Ma chi ci guadagna?