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  13 novembre , 2009       piero.devita       Attualità   
ECCOCI - IL POPOLO DI TREBISACCE E D'ALTO JONIO

 

 

 

    

       ( 11 novembre 2009- piazza della Repubbica)

 

UNA MAREA DI POPOLO  HA INVASO TREBISACCE IN DIFESA DELL'OSPEDALE "CHIDICHIMO". LA DATA DELL'11 NOVEMBRE 2009 RIMARRA' MEMORABILE NELLA STORIA DEL NOSTRO TERRITORIO. UNA PARTECIPAZIONE CHE DEVE FAR RIFLETTERE. UNA VOGLIA DI LOTTARE CHE VA INTERPRETATA. OLTRE 5 MILA PERSONE PRONTE A FORME DI PROTESTA ANCHE PIU' SEVERE. GRANDE LAVORO DELLE ASSOCIAZIONI CULTURALI, DI VOLONTARIATO E SPORTIVE CHE HANNO DATO VOCE ALLA SPERANZA. LA POLITICA BALBETTA PERCHE' FUORI GIOCO. NON SA PIU' DIALOGARE CON IL PAESE REALE..... MESSAGGIO DI UNITA' E DI COESIONE DEGLI ORGANIZZATORI CHE PIU' DI ALTRI HANNO DATO VOCE  E FORMA AL BISOGNO DI PROTAGONISMO E DI CITTADINANZA ATTIVA DELLA NOSTRA COMUNITA'. SOLO LE ASSOCIAZIONI HANNO ELABORATO PROPOSTE E PROGRAMMI PER RILANCIARE LA SANITA' NELL'ALTO JONIO. SODDISFAZIONE E PLAUSO. RACCOLTA FIRME PER PASSARE CON LA BASILICATA.

 

 ( Foto a cura di Salvatore Noia )

 

 

 

 

 

LA VOCE DEGLI STUDENTI:

TERESA UGOLINI – STUDENTESSA DELL’IPSIA
“  Da Trebisacce a Milano: gli stessi diritti? ”
 Mi presento, mi chiamo Teresa Ugolini, ho 17 anni, vivo a Trebisacce, vivo in questo paese per scelta dei miei genitori, mio padre lavorava fuori, ma l’affetto che lo legava al suo paese, ha fatto si che mantenesse famiglia e residenza in questi luoghi. Dicevo ho 17 anni, sono una studentessa dell’IPSIA, uno dei tanti Istituti Superiori che ancora esistono a Trebisacce, dico che ancora esistono perché, nonostante la mia giovane età sto assistendo all’impoverimento di questo territorio, parlo delle varie istituzioni che prima erano presenti ed ora non ci sono più, non ultima la chiusura della Guardia di Finanza, e mi chiedo, le scuole per quanto tempo rimarranno ancora qui? Si sta assistendo adesso alla lenta agonia del nostro Ospedale, chi dice che chiude, chi dice che è aperto, fatto è che se per qualsiasi problema mi reco in Ospedale si vede, si sente, Sì si sente che questo Ospedale , il NOSTRO OSPEDALE sta chiudendo. In questi mesi sento dire che l’ospedale è una fonte di ricchezza per il territorio, che fa bene al commercio perché con l’ospedale tutti i tipi di commercio hanno il loro interesse, che chi vende i terreni e le case , acquistano più valore con la presenza dell’ospedale, che il turista se deve scegliere una residenza estiva per le vacanze, preferisce un paese con un ospedale nelle vicinanze, ma io dico la nostra salute, la salute dei nostri nonni non vale niente? Chi ci assicura che la nostra salute è tutelata, forse chi ci comanda da Cosenza o da Catanzaro ai quali basta una fermata d’autobus per scegliere questa o quella clinica privata o l’ospedale pubblico. Noi non abbiamo possibilità di scelta, questo è il nostro ospedale, e questo vogliamo. Non chiediamo la luna, non chiediamo l’impossibile; chiediamo che come ragazze, future donne e mamme dobbiamo avere e pretendiamo di avere lo stesso diritto alla salute delle stesse ragazze, future donne e mamme che risiedono a Cosenza, Rossano e Corigliano. Mi racconta mia Nonna che una volta si partoriva in casa o per strada nell’intendo di arrivare al più vicino reparto di maternità che all’epoca si trovava a Sibari, oggi nemmeno quello esiste, e quante donne sono morte, quanti orfani conosciamo. Viviamo nel 2009 ed invece di guardare al futuro ci costringono a rivivere il passato. No, noi non ci stiamo, rivogliamo il NOSTRO OSPEDALE, pretendiamo di essere considerati cittadini di serie A, come gli alunni dell’istituto di Milano, di Roma, di Cosenza. Non facciamoci comandare da altri, che non conoscono il nostro territorio. Noi siamo quelli che si servono di questo ospedale e noi lo dobbiamo difendere e lo difenderemo.

 

 


 

 CARLOMAGNO FRANCESCO - studente

Buongiorno a tutti.

Sono Francesco Carlomagno rappresentante d’istituto professionale Aletti di Trebisacce.La mia scuola è scesa interamente in piazza con tutti i docenti e con la nostra dirigente Dott.ssa Silvana Palopoli. Noi pensiamo che questa grande manifestazione sia importantissima perchè non si puo chiudere un ospedale in una cittadina come TREBISACCE, che è sempre stata fulcro e punto di riferimento per tutti i paesi interni. Tutti i paesi dell'Alto Jonio  si ritroveranno ancor piu abbandonati a loro stessi.

L’ospedale è una risorsa: ha portato ricchezza economica e sociale alla sua apertura,  porterà povertà assoluta alla sua chiusura.

Tutti uniti affinché non si chiuda ma si potenzi.

FORZA ALTO JONIO !!!!.... FATTI SENTIRE !!!!!....

 


 ELIANA CORIGLIANO – Studentessa Liceo Classico -Trebisacce

 

Mi chiamo Eliana, sono una studentessa del liceo Classico di Trebisacce, ho 16  anni e sono nata nel nostro Ospedale, perché 16 anni fa e fino a 4 mesi fa era  ancora possibile nascere quì.

Così come nel nostro Ospedale, aperto 25 anni fa  ogni cittadino dell'Alto Ionio poteva recarsi se aveva bisogno per trovare  soluzioni ai propri problemi di salute, rivolgendosi al personale, medici e  infermieri, che con la loro disponibilità e professionalità hanno sempre  cercato di dare il meglio per il bene dei malati. Il nostro è un piccolo  Ospedale ma è come una grande famiglia: quanti problemi ha dovuto risolvere,  quante lacrime ha visto versare nei casi gravi e disperati, quanta gioia e  quanta felicità ha vissuto per i casi risolti, perché la disperazione o la  felicità del paziente, viene condivisa da tutti.

E adesso cosa succede?
All'improvviso ci dicono che 2 reparti dell'Ospedale non possono più funzionare  perché sono chiusi. E noi cosa facciamo? Non ci ribelliamo? Stiamo zitti e  nascondiamo gli occhi con una benda facendo finta di non vedere ciò che questo  Ospedale sta vivendo? E tutto ciò che ha fatto per tutti noi? Tutti insieme dobbiamo gridare che l'Ospedale non si deve toccare, facendo sentire una volta  per tutte con forza la nostra voce di cittadini offesi. Pensiamo alle persone  anziane che avranno bisogno di cure, alle donne che dovranno far nascere il  loro bambino, a tutti coloro che per urgenze chirurgiche o semplici interventi dovranno correre in ambulanza verso altri Ospedali (Castrovillari,Rossano, Corigliano) per essere curati. Pensiamo a noi ragazzi che, se malauguratamente  ci facciamo male a scuola e il Pronto Soccorso non può fare niente perché non  ha più mezzi necessari, noi dovremmo andare in un altro Ospedale.

Perché non dobbiamo poterci curare quì? Noi non siamo un Paese di serie B e non dobbiamo  permettere che ci facciano diventare così. Dobbiamo lottare tutti insieme con  tutte le nostre forze affinché i nostri diritti vengano rispettati. Questo  dobbiamo fare soprattutto noi giovani perché noi vogliamo essere un Paese di serie A con il nostro Ospedale che è un raggio di sole che cerca con fatica di  aprire il cielo ormai avvolto da nuvole. Riusciremo  a vedere uno spiraglio di  luce? Perciò ci rivolgiamo a coloro che ci governano: non toglieteci la  speranza di un futuro migliore!!! 

 


              by  ELIANA CORIGLIANO