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  25 agosto , 2008       redazione       Arte, Tradizioni   
Teatro- Grande successo della Compagnia l'Albero della Memoria
 
 

Nell’ambito del Programma Estivo “ Festival del Mare 2008 ”

dell’Amministrazione Comunale di Trebisacce -Assessorato Turismo e Spettacolo

 
 
 
La Compagnia Teatrale di Trebisacce

“L’Albero della Memoria

 
 
PRESENTA
 
GIOVANI E ANZIANI

CIUCCI A MMINZE I SÙNI

di
PIERO DE VITA
 
 
Teatro in dialetto
 
 
 
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PRIMA: Trebisacce – 13 Agosto 2008 - Piazza della Repubblica – ore 21,30

 
REPLICA a grande richiesta: Trebisacce: 26 agosto 2008-

                                              Piazza San Martino – ore 21,30

 
 
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Copyright SIAE - n. 143856

 

 

Foto Rocco De Vita

 

 Foto Rocco De Vita

 

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PERSONAGGI E INTERPRETI

 
 
Gaitàno-nonno/ Filippo Garreffa
Pippinella-nonna/ Francesca Paolino  
Maria-figlia/Maria Ardis
Pietro-genero/ Antonio Lizzano
Rosita- figlia/ Teresa Ugolini
Antonio-nipote / Vincenzo Chiarazzo
Simone-nipote / Ludovico Noia

Rucco-fratello di Pippinella/Giuseppe Malatacca

Ngiccanella- moglie di Rucco/ Andreina Petta

Cummàra Ganna/ Anna Monti

Cummàra Francischìna/ Aloise Maria Francesca

Medico Don Antonio/ Antonio Lizzano  

Dottoressa Carmela Tisanosubito/ Rita Lucia Trinchi

Toniella/Antonia Aloia

Mary /Maria Petta

Luca /Luca Aloise
Cristian / Cristian Tufaro
Giada / Giovanna Motta
Valeria/ Valeria Adduci
Federico / Federico Pastore
 
 
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Aiuto Regista: Angela Malatacca

Coordinamento: Maria Francesca Aloise

Responsabili di Scena: Valentina Grisolia-Luigina Rago- Cinzia Scillone-

Organizzazione: Leonardo Malatacca - Giuseppe De Vita- Luigi Faris- Motta Francesco- Aloia Mario

Scenografia: Mariolina Del Popolo- Valentina Vasileva - Giuseppe Malatacca- Giuseppe Aloise

Musiche: Rocco De Vita

 

Presentano lo spettacolo: Tiziana Nupieri e Camilla Aurelio

 

Foto Salvatore Noia

 

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INTRODUZIONE

Giovani e Anziani: tanti anelli per non disperdere valori e identità

 

di Piero De Vita e Maria Ardis 

Lo spettacolo teatrale, in dialetto trebisaccese, si inserisce nell’ambito del progetto della Compagnia teatrale L’Albero della Memoria, finalizzato al recupero e riproposizione delle tradizioni della nostra cultura popolare e degli aspetti identitari della nostra comunità: dialetto, ciclo della vita umana, arte del conversare, vissuto quotidiano, lavoro e mestieri, esperienze generazionali, luoghi e occasioni di aggregazione, saggezza popolare, concezioni del mondo e della vita, anche attraverso la tecnica e lo scandaglio dell’ironia e del sorriso.

Le attività artistiche messe in atto - fino a questo momento dalla Compagnia - grazie agli spettacoli sul Natale e Spartivìnte hanno registrato grande successo di pubblico e valutazioni positive.

Il Progetto piace a tutti, per l’ efficacia dei messaggi e la validità delle proposte.

Il valore maggiore è determinato dall’impostazione del discorso culturale condiviso, dalle finalità aggregative delle azioni che unisce in leale amicizia tanti giovani di Trebisacce e del Centro Storico in particolare. I componenti della Compagnia vivono, attraverso il teatro, occasioni di recupero dell’austostima individuale; apprendono metodi, mentalità, disciplina che il mondo dell’arte richiede, migliorano se stessi, consolidano gli aspetti del proprio carattere, arricchiscono la propria personalità.

Attraverso il sostegno della Compagnia, il gruppo affronta con maggiore sicurezza i tanti problemi che le nuove generazioni vivono, i pericoli e le tentazioni di questa nostra complessa società, dove la solitudine e la mancanza di punti di riferimento certi accentuano il disagio giovanile.

Saper essere -saper fare e giusta gratificazione sviluppano nei membri della Compagnia, possibili strumenti di difesa dalle negatività, dalle illusioni, dalle apparenze e dalle false aspettative del mondo contemporaneo.

La cultura e l’arte in generale aiutano a crescere e a vivere nella qualità la propria vita. Si vive ancora meglio se ci sforziamo di non disperdere le nostre radici, di difendere il nostro retroterra culturale e risvegliare l’amore per i valori fondanti dell’humus culturale che ha disegnato il cammino della nostra comunità.

Senza le nostre tradizioni saremo più poveri. Senza le nostre radici, la nostra identità, la nostra appartenenza attraverseremo questo mondo nel più perfetto anonimato, figli di nessuno, figli della penombra.

Viaggiare in mare aperto, senza una meta? Certo è importante ma è solo una metafora dell’avventura umana, esperienza da vivere e condividere, prima che diventi storia e punto fermo o dote per reimpostare orme e presenza. Ogni viaggio dovrà pur trovare un porto e provare un approdo.

Noi abbiamo già deciso cosa fare e siamo qui per comunicarlo. La nostra generazione ha il diritto di sapere e di conoscere cosa c’è stato prima di noi. La nostra generazione, però, ha anche il dovere di rispettare, difendere e valorizzare quel mondo da cui provengono i nostri nonni e i nostri genitori, senza pretese, senza pregiudizi e senza atteggiamenti di rifiuto preconcetto.

 
 Foto Salvatore Noia

 
 
 
SCHEDA SPETTACOLO
( Piero De Vita e Angela Malatacca)
 
 

Ecco il motivo di fondo di questo spettacolo, dedicato al rapporto GIOVANI E ANZIANI, dal titolo CIUCCI A MMINZE I SÙNI”.

 

Una coppia di anziani, Gaitàno e Pippinella, è costretta dalla figlia Maria a lasciare il centro storico, la propria casa, il vicinato, i ritmi di vita quotidiana e a trasferirsi in marina, in un appartamento, in un condominio.

Maria, impiegata statale, è separata di fatto e il marito da quando ha lasciato la famiglia non ha dato più segni della sua presenza né ha più cercato i tre figli, Rosita, Antonio e il piccolo Simone. Per mandare avanti la casa chiede aiuto ai genitori.

Gli anziani vivranno la nuova realtà e la nuova quotidianità in rapporto diretto coi tre vivaci nipoti. Si attiveranno per accudirli nel migliore dei modi, rinunciando per questo, alla loro dimensione lenta e tradizionale.

Restano disorientati dalle abitudini, vizi, mentalità e comportamenti dei giovani. Subiscono ritmi, rumori. Sono turbati e tormentati dalle invasioni della società contemporanea: vendite per telefono, play station, cellulari, video games, i-pod, musica ad alto volume in casa. Vanno in crisi. Sono riportati allo loro vecchia mentalità e rievocazioni del passato, dalle visite di parenti ed amici del centro storico. Ciò non basta a rinfrancarli e sovente, provati e scoraggiati, manifestano la volontà di abbandonare tutto e tornare nella vecchia dimora in paese.

Tentano di passare ai nipoti, saperi, cultura, saggezza.

Rosita e Antonio, in particolare, prigionieri del proprio mondo, non sono interessati agli insegnamenti dei nonni.

Tuttavia giungerà il momento in cui “giovani e anziani” troveranno un punto di incontro e di complicità. I nonni si adegueranno ( con le dovute cautele) alle mentalità giovanili e i nipoti cominceranno ad accogliere i consigli, ad apprezzare la cultura tradizionale, quella forte e valida eredità, per affrontare meglio il futuro.

Infine, grazie alla mediazione dei nonni e dei ragazzi, il papà ritornerà a casa e tutto il quadro familiare si ricomporrà.

 

 

* Ciucci a mminze i sùni  ( Piero De Vita e Angela Malatacca)

significa “ asini tra i suoni” ( in questo caso tra i suoni delle zampogne) ovvero che ci si ritrova alla pari di uno stonato, scosso, sbattuto da una parte e dall’altra.
E’ un modo di dire popolare e richiama situazioni difficili e di disagio in cui le persone,

al di là delle intenzioni soggettive, vengono a trovarsi.
Si diventa vittime inermi di circostanze complesse e controverse.
Da un punto di vista letterario, il detto popolare,  può definirsi come la metafora del disorientamento, dell’indecisione e della incapacità a reagire o a risolvere problemi e quesiti.
In altre parole, e dato il contesto comunicativo, può significare “non saper decidere, non saper regolarsi, non saper individuare la direzione giusta fino a  subire gli eventi”.

 
 
 
 
 
ATTORI e INTERPRETI
 

Straordinaria interpretazione di tutti gli attori. Sono i giovani di Trebisacce della Compagnia teatrale “L’Albero della Memoria” che l’anno scorso si sono presentati al grande pubblico con la commedia in dialetto SPARTIVìNTE.

Alcuni della Compagnia hanno già maturato una buona esperienza grazie ad altri spettacoli messi in scena in teatro e in piazza come “Alfredo Lutri”, lo “Sbarco dei Saraceni”, “Madre Teresa di Calcutta”, “San Francesco di Paola” e “Spartivìnte”.

Con Giovani e Anziani (“Ciucci a mminze i sùni”), hanno messo a frutto tutta la loro voglia di recitazione e lo dimostra il successo della prima avvenuta giorno 13 agosto 2008, in piazza della Repubblica. Grandi consensi di critica e piazza gremita fino all’inverosimile. Ora si replica, a grande richiesta, in Piazza San Martino, giorno 26 agosto. Un bella ricompensa ai tanti sacrifici di questi giovani del luogo che nel teatro (e nella valorizzazione del patrimonio culturale tradizionale) hanno trovato una gratificante dimensione umana e artistica nonché l’occasione per dimostrare il proprio talento e il proprio valore.