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  21 marzo , 2010       piero.devita       Arte, Attualità, Recensioni   
TEATRI DEL SACRO- VINCE IL GIOVANE  CALABRESE BONIFATI

 

TITOLO DELL'OPERA VINCITRICE

 " A M M A L I A T A "

 


Orchestra popolare per coro di sei voci e tre seggiole
composta e diretta da Giuseppe L. Bonifati

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Con questa opera teatrale, il giovane artista calabrese Giuseppe L. Bonifati, vince il premio I TEATRI DEL SACRO 2009. 

                   

 

Premio nazionale di produzione dell’ETI (Ente Teatrale Italiano), promosso anche da CEI e ACEC. Spettacolo messo in scena dalla Compagnia "Divano Occidentale Orientale" di Roma.L’agguerrita concorrenza di diverse compagnie nazionali e teatri stabili come CSS Friuli Venezia Giulia, Fondazione Atlantide Arena di Verona, Marchido Marchidoriis ed altre.
Lo spettacolo che ha conquistato l’ambito premio si chiama “Ammaliàta”, è a carattere popolare e incentrato sulla “fascinazione”.

 

 

 

 

I suoni del dialetto, le tradizioni popolari, canti antichi per spiegare la ‘malìa’, la seduzione, l’attrazione irresistibile che può dominare l’uomo fino a fargli perdere la ragione. Ammaliata è l’appellativo col quale viene designata una persona che è stata stregata da questa
forza e che per tornare in sé dovrà necessariamente praticare formuledi scongiuro in grado di placare il fascino subito. Questi riti sono molto sentiti in tutta la Calabria e fanno parte di un gruppo di credenze popolari ben più ampio, strettamente legato ad una complessa simbologia mistico-religiosa ancora praticata in molte zone. Lo spettacolo prende l’avvio dalle lingue calabre, lucane, campane e pugliesi che arrivano dal mare e dalla montagna per celebrare matrimoni di suoni in oscuri riti popolari. Attraverso antiche suggestioni il pubblico è condotto in un mondo misterioso e iniziatico dove un’energia antica travolge il quotidiano e lo conduce in una dimensione ‘altra’. Ammaliata della Compagnia Yupiter! 41 è un lavoro intenso e affascinante, proprio come il sentimento che indaga, un viaggio del tutto particolare intorno alla tradizione per recuperare la memoria popolare e far rivivere un mondo solo apparentemente scomparso.
 
drammaturgia e regia Giuseppe L. Bonifati
con la collaborazione di: Cecilia Di Giuli con Roberta De Stefano, Andrea Panichi, Fabio Pappacena, Paolo Pollio, Lisa Severo, Luigi Tabita
percussioni: Antonio Merola
scene e costumi: Giuseppe L. Bonifati,
Cecilia Di Giuli
luci: Luca Migliaccio

 

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  27 febbraio 2010, Teatro Re Giò
  Reggio Emilia
  - Composta e diretta da Giuseppe L. Bonifati
 - Collaborazione di Cecilia Di Giuli  con Luigi  Tabita, Fabio Pappacena, Maurizo Semeraro, Roberta De  Stefano, Lisa Sever

-  percussioni Antonio Merola
 - luci Luca Migliaccio
 - scene e costumi: Giuseppe L. Bonifati, Cecilia Di Giuli, consulente letterario Leonardo R. Alario, referente progetto Giorgio Testa (ETI - Centro Teatro Educazione)

S C H E D A:
Tradizioni popolari e canti antichi per spiegare la "malìa", la seduzione, l’attrazione irresistibile che può dominare l'uomo fino a fargli perdere la ragione. Ammaliata è l’appellativo col quale viene designata una persona che è stata stregata da questa forza e che per tornare in sé dovrà necessariamente praticare formule di scongiuro in grado di placare il fascino subito. Questi riti sono molto frequenti in tutta la Calabria e fanno parte di un gruppo di credenze popolari ben più ampio, strettamente legato ad una complessa simbologia mistico-religiosa ancora praticata in molte zone. Lo spettacolo prende l'avvio dalle lingue calabre, lucane, campane e pugliesi che arrivano dal mare e dalla montagna per celebrare matrimoni di suoni in oscuri riti popolari. Attraverso antiche suggestioni il pubblico è condotto in un mondo misterioso e iniziatico dove un'energia antica travolge il quotidiano e lo conduce in una dimensione "altra". Ammaliata è un lavoro intenso e affascinante, proprio come il sentimento che indaga, un viaggio del tutto particolare intorno alla tradizione per recuperare la memoria popolare e far rivivere un mondo solo apparentemente scomparso.

Vincitore Premio Prima Edizione ETI - I TEATRI DEL SACRO 2009
 

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Ammaliata: l'incanto della tradizione
All’interno della prima edizione di “Teatri del Sacro”, patrocinato dall’ETI - ente teatrale italiano, concorso che punta a mettere in scena i rapporti tra il teatro e la ricerca spirituale e religiosa, è stato presentato il 22 settembre lo spettacolo dal titolo Ammaliata, orchestra popolare per coro di sei voci e tre seggiole, testo e  regia di Giuseppe L. Bonifati, presso la Chiesa di San Cristoforo di Lucca.
    Una location che risulta essere perfetta per questo spettacolo che, scena dopo scena, apre una finestra su una realtà che ha sapore di antico ma che ancora persiste: la realtà del sud dell’Italia, dalla costa campano- calabrese a quella pugliese, addentrandosi in Lucania e fino a toccare la terra di Sicilia.
Ammaliata raccoglie accenti, modi di dire, musiche, colori e sapori di queste terre facendoli rivivere sulla scena. Tutto lo spettacolo si articola attorno alle “tre seggiole” che fin dall’inizio compaiono come unico elemento scenografico rilevante. Sono tre sedie di vimini di diverse altezze che da sole definiscono dei ruoli: la più alta è quella dove si siede Sabè, la magara, (interpretata da Luigi Tabita) sulle due più basse si posizionano le due Comari (Fabio Pappacena e Paolo Pollio). Vestiti di nero sotto strati di gonne e scialli sono perfetta rappresentazione di quelle anziane donne di paese, sempre sedute sul ciglio della strada, che con il rosario sempre alla mano pregano incessantemente e, sfilando infiniti gomitoli di lana, si raccontano storie.
Detentrici di una saggezza popolare, tutto il paese si rivolge a loro per liberarsi dall’influenza di sguardi maligni o affinché la santa protegga un amore appena sbocciato.
È il caso della giovane Gnesa ( interpretata da Roberta de Stefano) che, recatasi una notte alla fontana, è stata “affascinata” cioè colpita da sguardi indiscreti e invidiosi e quindi ora soffre di forti mal di testa. È il malocchio da cui deve essere liberata e perciò si affida ai potenti riti della magara Sabè. Le gocce d’olio versate nel catino ricolmo d’acqua rivelano il maleficio e per scioglierlo è necessario un lungo rito che comprende preghiere, canti, sbadigli e sputi.
Poi il caso di Raziella (Lisa Severo) che si è innamorata di uno spazzacamino (Andrea Panichi) e per proteggere il suo amore porta alla magara un ciuffo di capelli dell’amato con cui chiedere la grazia alla santa affinché questo torni presto dalla Germania e possano essere ancora felici insieme.
Sia Roberta de Stefano che Lisa Severo arricchiscono i loro monologhi con brani cantati dal vivo: cantando raccontano le loro storie, cantando pregano che tutto si risolva. Notevole soprattutto la de Stefano che più volte da prova delle sue capacità canore riuscendo a interpretare sonorità assai diverse tra loro, dal canto popolare alla nenia, riempiendo la sala di vibrazioni di forte suggestione.
Entrambe si affidano ai riti di Donna Sabè, lei  per prima è stata vittima di “malia”, sguardi invidiosi di una forza tale da ucciderle la giovane figlia all’età di dieci anni. Sabè ascolta le loro storie, ne interpreta i segni oscuri e trova la soluzione. Compie dei veri e propri riti per allontanare il maligno: recita formule strane, canta e balla seguendo ritmi frenetici, sempre sostenuta e accompagnata dalle due Comari.
Sono i ritmi tipici delle Tarantelle e della Pizzica in cui le percussioni (suonate dal vivo da Antonio Merola) hanno ruolo dominante e creano una crescente tensione che porterà alla definitiva liberazione.
Ritmo e rito si fondono nell’ultimo monologo di Sabè che, raccontando della processione del Venerdì Santo, cade in estasi mistica e si scatena in un vortice di danze, canti e urla e gemiti che la porteranno allo sfinimento e alla morte. Immediatamente al suono del tamburo e al canto sfrenato si sostituisce il buio e il silenzio. La luce si riaccende regalando al pubblico un’ultima immagine della donna: divenuta la statua della santa portata in processione, con gli altri personaggi fermi in adorazione, si ricrea sulla scena un quadro da sacra rappresentazione trecentesca. Una scena importante per lo snodo dello spettacolo che viene interpretata in modo eccellente e coinvolgente da Luigi Tabita che fin dalle prime battute ha saputo cogliere al meglio e offrire al pubblico le molte sfaccettature del personaggio di Sabè: una donna che è madre carica di rimpianti, donna affettuosa ma anche dura e forte e soprattutto “magara”, la sua vita è impregnata di spiritualità.
Dalla forte suggestione sonora si passa alla dimensione visiva egualmente forte una modalità questa che ritorna spesso in questa regia di Giuseppe L. Bonifati capace di trattare i quadri scenici come parti che concorrono a creare un unità armonica.
Ammaliata non è solo serietà rituale ma grazie ad una attentissima costruzione del testo, interamente in rima, alterna momenti di comicità leggera permettendo di cogliere in pieno le diverse sfumature dei vari personaggi. Un testo che mescola dialetti risultando comunque omogeneo e scorrevole. Ricco di metafore, doppi sensi e ripetizioni si fissa nella mente dello spettatore come una canzone facile da ricordare e che riporta alla mente di chi guarda quel bagaglio di tradizioni lontane in via di estinzione.
Con Ammaliata, di Giuseppe L. Bonifati, le cui scelte registiche rivelano uno studio attento e approfondito delle tematiche affrontate, “Teatri del Sacro” raggiunge in pieno il suo obbiettivo di recuperare l’antico legame tra il rito religioso e il rito del teatro. (Valentina Piscitelli)
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Teatro dell’Orsa: Teatro Re Giò
Stagione teatrale 2010
 
Sabato 27 febbraio 2010
Compagnia Divano Occidentale Orientale
AMMALIATA
Vincitore I° edizione I Teatri del Sacro
composta e diretta da Giuseppe L. Bonifati
con la collaborazione di Cecilia Di Giuli
con Luigi Tabita, Fabio Pappacena, Paolo Pollio, Roberta De Stefano, Lisa Severo, Andrea Panichi
percussioni Antonio Merola
luci Luca Migliaccio
scene e costumi Giuseppe L. Bonifati, Cecilia Di Giuli
consulente linguistico-letterario Prof. Leonardo R. Alario

Tradizioni popolari e canti antichi per spiegare la "malìa", la seduzione, l'attrazione irresistibile che può dominare l'uomo fino a fargli perdere la ragione.

Ammaliata è l'appellativo col quale viene designata una persona che è stata stregata da questa forza e che per tornare in sé dovrà necessariamente praticare formule di scongiuro in grado di placare il fascino subito.

Questi riti sono molto frequenti in tutta la Calabria e fanno parte di un gruppo di credenze popolari ben più ampio, strettamente legato ad una complessa simbologia mistico-religiosa ancora praticata in molte zone.

Lo spettacolo prende l'avvio dalle lingue calabre, lucane, campane e pugliesi che arrivano dal mare e dalla montagna per celebrare matrimoni di suoni in oscuri riti popolari.

Attraverso antiche suggestioni il pubblico è condotto in un mondo misterioso e iniziatico dove un'energia antica travolge il quotidiano e lo conduce in una dimensione "altra".

Ammaliata è un lavoro intenso e affascinante, proprio come il sentimento che indaga, un viaggio del tutto particolare intorno alla tradizione per recuperare la memoria popolare e far rivivere un mondo solo apparentemente scomparso.
 
 
http://insolitieventi.it/eventi/
SABATO 27 FEBBRAIO SPETTACOLO "AMMALIATA" CON LISA SEVERO AL TEATRO RE.GIÒ DI REGGIO EMILIA - INIZIO ORE 21.00
Sabato 27 febbraio alla SALA REGIO di REGGIO EMILIA “Ammaliata” spettacolo dell'
orchestra popolare per coro di sei voci e tre seggiole composta e diretta da Giuseppe L. Bonifati con la collaborazione di Cecilia Di Giuli, con Luigi Tabita, Fabio Pappacena, Roberta De Stefano, Lisa Severo, Andrea Panichi percussioni Antonio Merola. Spettacolo Vincitore ETI- "I Teatri del Sacro"

La ricerca drammaturgica di “Ammaliata” è partita come una larga spirale di lingue con certe assonanze della Calabria, della Basilicata, della Campania e della Puglia, che arrivano dal mare, dalla montagna, a celebrare matrimoni di suoni, oscuri riti popolari. La messinscena non è spettacolo, non può esserlo soltanto. E’ anche la volontà espressiva e pittorica del sottoscritto; di un un mondo, quello popolare, che dura ancora.
“Ammaliata” è l’appellativo col quale viene designata una persona che è stata colta dal fascino a motivo della sua avvenenza o semplicemente per invidia. Esistono formule di scongiuro in grado di placare il fascino subito. Questi riti sono molto praticati in tutta la Calabria e fanno parte di un gruppo di credenze popolari ben più ampio, ancora in vita, strettamente legate ad una complessa simbologia mitico-religiosa presente tutt’oggi. Vi è comunque uno scarto da notarsi tra le vecchie e le nuove generazioni: un gap generazionale che ha prodotto una mancanza di valori, usi, costumi della cultura del popolo basso.
Questo è dunque un motivo per riafferrare ricordi, immaginare parole per evocare ricordi: la nostalgia di sensazioni, in una sinfonia di vitalismi meridionali dove salta fuori ciò che è e ciò che più non è. Alla base di questo lavoro sono dunque gli occhi.
 

Sala Teatro ReGiò via Agosti, 6 - Reggio Emilia

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CURRICULUM DI BONIFATI

 

 

 

Giuseppe L. Bonifati, 24 anni, ha frequentato i corsi della Civica Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi”. Si è perfezionato inoltre all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. Fa parte del gruppo internazionale “Jasonites” seguito da Julia Varley dell’Odin Teatret.
Ha incontrato nella sua formazione, tra gli altri, Renato Carpentieri, Riccardo Caporossi, Maurizio
Scaparro, Enzo Moscato, Marcello Magni, Vincenzo Pirrotta, Giuliano Scabia. Ha compiuto inoltre studi sul Metodo “Stanislavkj-Strasberg” con acting coaches e membri dell’Actors Studio come Beatrice Bracco,
Michael Margotta, Francesca De Sapio.
Ha preso parte a spettacoli teatrali diretti da Eugenio Barba, Motus, Renato Carpentieri, Remondi e Caporossi, Ruggero Cappuccio, Andree Ruth Shammah, Roberto Cavosi, Emanuela Giordano. E’ stato premiato col Microfono di Cristallo “Umberto Benedetto” 2006 della RAI, Voci nuove per la radio (Giuria: Giovanni Antonucci, Claudia Cannella, Gabriele Parenti, Nicola Cariglia).
Ha debuttatto come autore e regista con un personalissimo lavoro “Malavogghia” (Controvoglia) al Festival della Manica Tagliata di Modena e Ferrara, spettacolo semifinalista al Premio Scenario 2007.
Recentemente ha scritto e diretto “Ammaliàta”, andato in scena al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli per il Festival Teatro Italia, spettacolo finalista a “Nuovesensibilità 2008” e vincitore del bando “ETI-I Teatri del Sacro 2009”.
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Esperienze Professionali
cinema  

2009  • La sindrome di Elia; regia di Emanuela Giordano (RAI Cinema)
2007  • Il Passo Silenzioso del Cuore; regia di Salvatore Asta (Filippo Turci Produzioni)
2007 • La Morte Accanto; regia di Gabriele Ceracchini (Corto)
2007 • Hi-fi; regia di Yurj Buzzi (Corto)

televisione           
 2006 Prove d’autore; Recital di poesie condotto da Antonio Lubrano (RAI)
 
teatro

2009
• Ur-Hamlet; regia di Eugenio Barba – Festival di Teatro Internazionale “The World as a Place of Truth”,
Wroclaw (Polonia)
• Dolore Perfetto; scritto da C. Remondi e diretto da Riccardo Caporossi – Teatro India, Roma e Teatro Scandicci, Firenze
2008
Di quelle vaghe ombre/Antigone; regia di Enrico Casagrande e Daniela Nicolò (Motus) – Magna Grecia Festival
The Marriage of Medea; regia di Eugenio Barba – Hostelbro Festuge (Danimarca)
Addiopizzo; scritto e diretto da Roberto Cavosi –Piccolo Teatro Eliseo, Roma
Il signor Dappertutto contro i Giganti; Aa.vv, regia di Renato Carpentieri –C.U.T, Salerno
2007 
Rebus; Aa.vv, diretto da Riccardo Caporossi, con Claudio Remondi
Percorsi nell’incompiuto; a cura di Andrèe Ruth Shammah –Teatro Franco Parenti, Milano
Zoo Woobinda; di Aldo Nove; regia di Marco Cavicchioli
Giulietta alla fiera; di Micheline Parent, a cura di Francesco Randazzo – Teatro Argot, Roma
2006 
Shakespea Re di Napoli; di Ruggero Cappuccio, regia di Ruggero Cappuccio – Festival di Benevento
• Collabora dal 2002 col Teatro della Sirena, diretto da Giuseppe Maradei (già allievo di Alessandro Fersen),
recitando in:
Pulcinellata (2008); La voce del vento (2007); Il fuoco dei marzian (2007)i; Charitas (2003); Passio (2002)


drammaturgie e regie
2008 Ammaliàta – Studio al Festival Teatro Italia di Napoli (Nuovo Teatro Nuovo)
Finalista Nuove Sensibilità 2008 e Vincitore del bando “ETI-I Teatri del Sacro 2009”

2007Malavogghia (Controvoglia)
(Studio al CRT-Milano, anteprima al Festival della Manica Tagliata e ITI Festival di Amandola) –
Semifinalista Premio Scenario2007



radio 

2006 Verso Gerusalemme; Aa.vv, regia di Roberto Cavosi (Radio RAI3) 
premi
2009 • Vincitore del Bando “ETI-I Teatri del Sacro” 2009 con “Ammaliata” (autore e regista)

2006 • Premio Microfono di Cristallo RAI “Umberto Benedetto” - Voci nuove           
(Giuria: Giovanni Antonucci, Claudia Cannella, Gabriele Parenti, Nicola Cariglia)


Formazione
• 2008/09 Fa parte del gruppo internazionale “Jasonites” seguito daJulia Varley con la supervisione di

Eugenio Barba


2008 • Progetto internazionele “The Jasonite Family” diretto da Eugenio Barba, con Julia Varley, Agusto Omolù,
Tage Larsen, Ana Woolf presso l’Odin Teatret (Hostelbro, Danimarca)

2006/07 •  Ha frequentato la Civica Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano 

2006 • Corso di perfezionamento per attori diretto da Roberto Cavosi con borsa di studio
dell’ANAD “Silvio D’Amico”
– RAI

2005 • Corso di perfezionamento “Commedia dell’arte” diretto da Michele Monetta
presso l’ANAD “Silvio D’Amico”

Studi di recitazione sul Metodo “Stanislavskj-Strasberg” con acting coach e membri dell’Actors Studio:  

Beatrice Bracco
(Annuale 2005/06), Michael Margotta (Stage 2007), Francesca De Sapio (Trimestrale 2005)


stages
con Maurizio Scaparro, Massimo Ranieri, Renato Carpentieri, Marcello Magni, Vincenzo Pirrotta,

Enzo Moscato
, Alessandro Fabrizi , Abani Biswas

danza

2007 Magna Grecia; coreografie di Paolo e Tilde Nocera

2004      • Stage di Danza Contemporanea con Loris Petrillo e Loredana Parrella
1994/00 Corsi di Danze Standard, Latine e Contemporanee diretti da Ranieri Aloe (6 anni)