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  04 maggio , 2010       piero.devita       Cultura   
E' MORTO IL PROF. RENATO PERONI

 

LUTTO NEL MONDO DELLA CULTURA PER LA PREMATURA SCOMPARSA DEL PROF. RENATO PERONI.

E' DECEDUTO A ROMA PRESSO L'OSPEDALE S. CAMILLO

LA NOTIZIA E' STATA COMUNICATA  DAL PROF. ALESSANDRO VANZETTI.

SIAMO PROFONDAMENTE RATTRISTATI.

LA POPOLAZIONE DI TREBISACCE E' GRATA ALLO STUDIOSO CHE HA SCOPERTO IL SITO DI BROGLIO NEL 1978 E CHE DAL 1979 HA CONDOTTO E COORDINATO LE RELATIVE CAMPAGNE DI SCAVO.

IL PROF. PERONI HA PORTATO IL NOME DI TREBISACCE NEL MONDO E HA RICONSEGNATO ALLA NOSTRA CITTADINA UN NOTEVOLE PEZZO DI STORIA, MILLE ANNI DI STORIA, GRAZIE AL VILLAGGIO ENOTRIO VENUTO IN LUCE ( secc.XVIII-VII  a.C.)

 LA NOSTRA COMUNITA' SAPRA' ONORARLO E CONSERVARNE INSEGNAMENTI E MEMORIA. 

CITTADINO ONORARIO DI TREBISACCE. PROFESSORE EMERITO. MEMBRO ACCADEMIA DEI LINCEI.

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(prof. Renato Peroni a Broglio- foto Rocco De Vita-Trebisacce)

La cerimonia funebre laica avrà luogo sabato 8 maGgio alle ore 11.00, presso il palazzo della Facoltà di Lettere-Scienze Umanistiche dell' Università "La Sapienza" di Roma, Piazzale Aldo Moro, 5.

Oggi, sabato 8 maggio alle ore 11,00 presso l’edificio di Lettere e Filosofia dell’Università “La Sapienza” di Roma (nell’Aula I del piano terra) saranno in molti a salutare il Professore Emerito di Protostoria Europea dell’Università La Sapienza di Roma, RENATO PERONI, per l’ultima volta. Sul forum in rete dell’Archeologia Italiana, una ragazza di nome Cristina nel dare l'annuncio della sua scomparsa su internet in questi giorni ha lasciato scritto “Credo che Renato Peroni sia stato uno dei pochi professori che nel marasma accademico insegnava con passione e trasmetteva qualcosa di profondo e vivo. La cerimonia funebre ( e laica) ci sarà il giorno […]. Se passate da quelle parti dategli un saluto”. Contemporaneamente si legge on-line anche la comunicazione ufficiale della sua scomparsa, avvenuta nel pomeriggio del 4 maggio 2010, data dall’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, con sede a Firenze “istituto che si è unito al cordoglio di tutti gli studiosi e in particolare di quanti lo hanno conosciuto e stimato, beneficiando del suo prezioso insegnamento”. Anch'io come sua allieva, desidero ricordarlo in questa sede. (Tiziana Fratini).

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La collina dei venti
 
Alle spalle della rupe del Castello
una ripida e tortuosa via
cinge i fianchi dell’antico pianoro,
di ulivi si veste l’argillosa terra,
di selvaggio profuma
la collina dei venti.
Là, dove sbocca il Marzuca
sono le case dei padri
custodite ancora nella zolla,
là, dove il Saraceno
d’inverno brulica d’acqua
è la dimora del sole.
Alle pendici del Pollino
è una visione di mare senza fine,
nell’ampia curva della piana di Sibari.
Là, giunge l’eco del fragore delle onde
a coprire le voci delle prime genti
e il chiasso dei navigatori.
Sguardi presenti e indiscreti:
gli spiriti dei padri.
 
 

 Tiziana Fratini scripsit a Broglio il 13.9.1990

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Notizie  tratte da “Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria”

 

 

Renato Peroni, nato a Vienna nel 1930, si è laureato a Roma nel 1953. Dopo un ulteriore periodo di formazione svolto a Friburgo con il prof. Kimmig e di lavoro a contratto di ricerca in Germania, ha vinto nel 1962 il concorso di Libera Docenza in Paletnologia. Nel 1963 ha iniziato la sua attività di docente presso l’Università “La Sapienza” di Roma, divenendo nel 1974, fino al 2006, professore ordinario di Protostoria Europea presso la stessa Università.
Dal 1965 al 1971 ha ricoperto il ruolo di Ispettore Archeologo presso la Soprintendenza Speciale alla Preistoria e Protostoria, presso il Museo Nazionale Preistorico Etnografico “L.Pigorini”. Fino a tale data ha diretto numerosi scavi, tra i quali vanno ricordati: il riparo “La Romita” presso Asciano (Pisa) che ha restituito una serie stratigrafica che a tutt’oggi resta fondamentale per la comprensione del Neolitico, Eneolitico e del Bronzo antico; l’insediamento stratificato neolitico, eneolitico e dell’età del Bronzo di Palidoro (Roma); l’abitato protostorico di Narce (Roma), essenziale per la ricostruzione della successione di fasi nell’ambito dell’età del Bronzo medio-tirrenica; le necropoli protovillanoviane di Poggio della Pozza (Allumiere – Roma) e di Pianello di Genga (Ancona).
Dal 1979 ha diretto una missione di scavi della cattedra di Protostoria Europea dell’Università “La Sapienza” di Roma nell’abitato di Broglio di Trebisacce (Cosenza). Tali ricerche hanno fortemente contribuito ad un radicale mutamento di prospettive circa la natura dei rapporti tra popolazioni indigene e navigatori micenei, rilevando fatti fino a poco tempo fa insospettati, quali la produzione in loco su larga scala di ceramiche tornite e dipinte di tipo miceneo, fabbricate da vasai immigrati dall’Egeo, la coltura dell’olivo e l’immagazzinamento dell’olio in grandi pithoi.
Dal 1994 al 1997 è stato responsabile per l’Italia della campagna europea “L’età del bronzo – prima età d’oro d’Europa” e nel 1996 ha coordinato la sezione relativa all’età del Bronzo del XIII Congresso internazionale di preistoria e protostoria (UISPP), curandone gli Atti.
È stato nominato nel 1999 socio corrispondente dell’Accademia dei Lincei e nel 2007 professore emerito dell’Università “La Sapienza”.
Innumerevoli sono le pubblicazioni scientifiche riguardanti le età del Bronzo e del Ferro italiane e la protostoria europea che ha scritto o diretto, da solo o in collaborazione con altri autori, sia come edizioni di scavo, sia come contribuiti scientifici su riviste e monografie.
La sua produzione, accanto alle pubblicazioni di scavi, può essere articolata in tre fasi:
approssimativamente fino al 1974, anno dell’assunzione della Cattedra di Protostoria Europea, si è principalmente impegnato nella produzione di corpora, cataloghi di materiali inediti e di indagini di cronologia relativa ad ampio raggio, ma anche in alcune prime sintesi;
da allora agli anni 1980, si è concentrato piuttosto su opere monografiche, o su volumi frutto di ricerche di gruppo sotto la sua direzione; iniziano in questo periodo le pubblicazioni legate allo scavo di Broglio di Trebisacce, come edizione di dati e come elaborazioni di sintesi, che ne accompagneranno la successiva produzione scientifica;
dalla fine degli anni 1980 in poi, oltre a lavori dedicati a un vasto ventaglio di temi, si è concentrato essenzialmente su opere di sintesi generale, contraddistinte da uno spiccato interesse per problemi di metodo. Leitmotive ricorrenti in questi lavori sono la revisione del concetto di “cultura”, ispirata ad una lettura critica delle fonti archeologiche, e l’interesse per la definizione di forme di organizzazione economico-sociale, con una particolare attenzione rivolta a quella definita “protourbana”. Tra queste opere si ricordano in particolare: Protostoria dell’Italia continentale. La penisola italiana nelle età del bronzo e del ferro, Roma 1989; Introduzione alla Protostoria italiana, Roma-Bari 1994; L’Italia alle soglie della Storia, Roma-Bari 1996.
Ha curato, a partire dagli anni 1960, la serie italiana dei Prähistorische Bronzefunde, e ha fondato nel 1999 e diretto la collana “Grandi Contesti e Problemi della Protostoria Italiana” che conta 15 monografie, di cui tre in corso di stampa, fra le quali l’edizione integrale degli scavi da lui condotti insieme a Vera Bianco Peroni nella necropoli di Pianello di Genga.
A Renato Peroni si deve la nascita e crescita di una salda tradizione di ricerca italiana di studi sulla protostoria europea. Particolarmente fecondo e straordinario è stato l’impegno didattico, grazie al quale ha contribuito in modo fondante alla formazione di centinaia di giovani studiosi, molti dei quali oggi particolarmente attivi negli studi di protostoria, sia nelle Università, che nelle Soprintendenze e Musei, che nella professione non incardinata nelle strutture.

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SU BROGLIO PUBBLICHIAMO QUESTA SCHEDA ( in attesa di altri contributi)

Il sito di Broglio di Trebisacce rappresenta a tutt’oggi  lo scavo più importante per la conoscenza delle civiltà preelleniche della Calabria durante il millennio che precedette la colonizzazione greca (circa 1.700-700 a.C.). In particolare è uno dei luoghi in Italia dove meglio sono stati individuati e studiati gli intensi rapporti con la civiltà antichissima dei palazzi micenei dell'Egeo, cantati da Omero.
Rappresenta nel modo migliore l’antica civiltà degli Enotri, gli abitanti della Calabria prima della colonizzazione.
Gli scavi archeologici, costantemente curati dalla Soprintendenza archeologica della Calabria e dal prof. R. Peroni  dell’Università di Roma “La Sapienza” dal 1978* a oggi con il supporto soprattutto del Comune di Trebisacce, hanno portato alla scoperta non solo di importanti reperti mobili (tra i quali i vasi identici a quelli della Grecia micenea, ma prodotti sul posto), in parte esposti nel Museo Nazionale di Sibari, ma anche di tracce delle case in legno e intonaco di argilla e dei magazzini contenenti grandi giare per l’olio. Il villaggio sorge su terrazzi naturali, in una posizione naturalmente difesa da pendii a strapiombo: aveva una città alta (acropoli), recintata da fortificazioni e altri nuclei di abitato sui pianori attorno ad essa.
Quando fu fondata Sibari, al centro della Piana omonima, pressoché tutti i villaggi degli Enotri, che si trovavano sulle alture circostanti, vennero distrutti e abbandonati: tra loro Broglio.
La posizione del sito, non aggredita da case, alta e panoramica, si presta nel modo migliore alla valorizzazione come Parco archeologico e ambientale. Per questo, con fondi nell'ambito del Programma Operativo Turismo (OB.1-1994/99) - Itinerari Culturali Interregionali, Magna Grecia - nel 2000-2001 vi è stato realizzato un Parco archeologico, che includeva come attrazione centrale la ricostruzione in dimensioni reali della casa meglio conservata rinvenuta, risalente al 1.300 a.C. circa. Nel 2006 vi sono stati realizzati dei forni per la cottura della ceramica con le procedure dell’Antichità, come attività di archeologia sperimentale. Studi di fattibilità commissionati dal CIPE segnalano le potenzialità del sito per un ulteriore sviluppo nel senso della valorizzazione. Come spesso succede, purtroppo il parco non era ancora mai stato pienamente attivato, per le difficoltà nel definire il profilo gestionale e nell’individuare le forme di partnership pubblico-privato. Queste difficoltà si fanno ora ancora maggiori.

 

 

BIOGRAFIA

Renato Peroni era nato a Vienna il 16 dicembre 1930, allievo di Hermann Müller-Karpe, direttore dell’Institut für Vor-und Frühgeschicte dell’Università di Francoforte, noto principalmente per i volumi dell’opera  Handbuch der Vorgeschichte (1966 e sgg.) e Einfübrung in die Vorgheschichte (Munchen 1975 – trad. ital. “Introduzione alla preistoria”, Laterza 1979). Già agli inizi della sua straordinaria carriera accademica era inserito con un breve curriculum nel II volume del Handbuch zur Ur-und Frühgeschichte Europas (a cura di Jan Filip) del 1969 con le sue principali pubblicazioni aggiornate al 1967 (Peroni 1956, 1959, 1961, 1961bis, 1963, 1963bis, 1965, 1967). Accademico dei Lincei, oltre all’incarico di Professore ordinario di Protostoria Europea all’Università di Roma, ha ricoperto anche il ruolo di Ispettore archeologo alla Soprintendenza alle Antichità di Roma V e oltre alla missione di Broglio ha diretto scavi archeologici ad Allumiere, Narce, Palidoro (Rm), Pianello di Genga (Ancona). Rispetto alla poderosa mole di titoli bibliografici che gli appartengono (in cui è stato autore, coautore o curatore), costituita da contributi su aspetti e problemi diversi della Protostoria italiana ed europea,  restano fondamentali per lo studio delle società pre-statali che caratterizzano la storia dal III al I millennio a.C.  le sue pubblicazioni non solo monografiche di carattere generale, su singole regioni, su singoli periodi e sulla cronologia delle età del bronzo e ferro. (Peroni 1969, 1971, 1973, 1975, 1988, 1989, 1989bis, 1994, 1999, 2004). Negli ultimi anni della sua attività universitaria con le edizioni All’Insegna del Giglio di Firenze ha fondato e curato la Collana “Grandi contesti e problemi della protostoria italiana” nell’ambito della quale vengono pubblicate importanti monografie su varie tematiche dell’archeologia della protostoria. Nel 2006 la pubblicazione di un volume di “Studi di Protostoria” in suo onore (edizione All’Insegna del Giglio), in occasione della fine della sua attività di professore, ha rappresentato un segno tangibile della riconoscenza dei suoi allievi che in oltre quarant’anni di insegnamento si sono potuti avvalere come è stato scritto “della sua inimitabile metodologia didattica” e di tutti coloro che si sono potuti confrontare con i suoi insegnamenti, con le sue modalità di approccio alle fonti archeologiche e con le sue prospettive di ricerca. Chiude la rassegna dei vari contributi scientifici redatti per questo volume un articolo dello stesso Renato Peroni rimasto inedito dal 1988 e un suo profilo intitolato “Il carattere di un maestro” scritto da Andrea Carandini, archeologo molto noto soprattutto per i suoi scavi sul Palatino, che per sottolineare alcuni aspetti della straordinaria personalità del Professore Peroni dice:” Oltre ad essere uno studioso sistematico, Peroni si è dedicato ai giovani, si è appassionato e li ha affascinati. E’ solo sottoponendosi all’alta temperatura del coinvolgimento intellettuale ed emotivo […] che si diventa sul serio ricercatori”. 

Le sue ultime apparizioni in pubblico nel 2009 a me note sono state a Broglio in occasione della presentazione dello spettacolo teatrale, a lui dedicato in segno di riconoscenza per quanto fatto in Calabria, dal titolo appunto “Un villaggio nella memoria – Broglio di Trebisacce” dello studioso Piero De Vita, ispirato alla protostoria del luogo dove nel 2000-2001 è stato realizzato un Parco Archeologico e dell’inaugurazione del Museo Civico di Cosenza “dei Brettii e degli Enotri” nel complesso monumentale di S.Agostino. ( T.Fratini scripsit 7.5.2010).

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PIERO DE VITA

IL  MIO VILLAGGIO

(OMAGGIO AL PROF. RENATO PERONI )

 

 

Sono ancora qui, intatto, terra su terra

sotto ogni solco d’aratura.

Sono l’antica orma incoraggiata dal tempo.

Sono la prova del cammino,

letizia di civiltà germogliante,

consegnata alla storia.

 

Se mi ascolti saprò insegnare ancora

e avrò la gaiezza di una nuova paternità.

Ti darò l’aratro e poi il seme,

una vela o un pezzo di legno,

un rito o un amuleto.

Ti darò la voce che trasuda

dalle coppe di libagione.

Avrai un osso, una forgia

ancora fresca del silenzio

appena risvegliato.

 

Potrai capire, per sempre, quanta luce

ricordano le tue mani.

 (passa dalle tue mani)

e saprai per sempre

di essere solo un viandante

che attraversa villaggi

e consegna memoria all’umanità.

 

 

                                                (PIERO DE VITA-TREBISACCE)

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TIZIANA FRATINI: PERONI, UNA VITA DEDICATA ALLA PROTOSTORIA

 

 
Per me, un’allieva affezionata, come i tanti studenti che nel susseguirsi degli anni accademici ebbero la possibilità di imbattersi nella figura carismatica del Prof. Renato Peroni, non è facile tracciarne memoria, a pochi giorni dalla scomparsa avvenuta il 4 maggio 2010, in alcune pagine di questo sito dedicato alla cultura italiana.
 
Nella piccola guida didattica del 1987, “Broglio di Trebisacce. Cronaca di uno scavo e di un esperimento didattico” di cui mi fece omaggio con la dedica “A Tiziana, con affetto e gratitudine. R.Peroni, 27.7.90”, il mio professore racconta per la prima volta le vicende della scoperta nel 1978 dell’antico abitato calabrese di Broglio (CS), da cui presero avvio gli scavi sistematici e fortunati degli anni successivi, che getteranno luce fin dall’epoca sulle limitate conoscenze della protostoria dell’Italia centro-meridionale, quando ancora intere aree geografiche, come appunto la Calabria, restavano del tutto inesplorate per l’età del bronzo e del primo ferro. Peroni riferendosi all’incredibile scoperta, a cui lo legheranno trentadue anni dei suoi studi, non manca di ricordare un suo primo speciale gruppo di studenti che già allora lo seguivano come “un quartetto di ragazzi straordinariamente in gamba” formato da FRANCESCO DI GENNARO, ANDREA CARDARELLI, ALESSANDRO GUIDI e MARCO PACCIARELLI, che oggi, “eredi del suo insegnamento” insieme a uno stuolo di moltissimi altri ex suoi allievi, figurano tra gli studiosi di protostoria italiana ricoprendo vari ruoli accademici e istituzionali nell’ambito della comunità scientifica nazionale e internazionale. Mi vengono in mente ISA DAMIANI, FLAVIA TRUCCO, CLAUDIO GIARDINO, IDA MACCHIAROLA, VITTORIA BUFFA, VINCENZO D'ERCOLE, M.ANTONIETTA FUGAZZOLA DELPINO, FULVIA LO SCHIAVO, PAOLA PIANA AGOSTINETTI, GIOVANNA BERGONZI e tanti altri ancora, anche miei coetanei, che mi riservo di nominare oltre.
 
La lettura di queste “sue memorie” degli anni ’70 da sole bastano già a comprendere da un lato, il contributo fondamentale offerto da Renato Peroni, con la passione delle sue ricerche e l’efficacia dei suoi scritti, allo sviluppo e alla definizione della Protostoria come una disciplina storica avente una sua precisa e autonoma identità rispetto alla tradizione di studi preistorici e classici, che era stata prevalente fino agli anni ’50 del secolo XX in Italia, e dall’altro, la sua comprovata attitudine all’insegnamento che ha segnato intere generazioni di studiosi nel nostro Paese.

Come tutte le personalità complesse e di alto spessore culturale, non era privo di spigolosità caratteriali suscitando, da parte dei suoi colleghi, sentimenti talvolta contrastanti. Resta un dato di fatto che egli ha dedicato tutta la sua vita con slancio e partecipazione alla Protostoria e come lui stesso ebbe a confermarmi a Broglio, prima ancora, ad una vivace e seria didattica delle antichità. Tiziana*

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TIZIANA FRATINI: RENATO PERONI IL MIO RICORDO DI ALLIEVA
 
 
Proverò a delineare qui di seguito un breve profilo professionale e umano dello studioso Renato Peroni, prendendo spunto oltre che dalle note accademiche e ufficiali soprattutto dai miei ricordi che, con un veloce sbalzo, mi riportano ad una mattina di primavera del 1988.
Mentre visitavo i locali universitari di Via Palestro, 63 a Roma, mi capitò di sentire dal vano delle scale l’eco di una voce ben chiara, distinta, di una tonalità piuttosto alta, con un timbro oserei dire “quasi radiofonico”, che proveniva da una delle aule del II piano. La curiosità mi spinse ad avvicinarmi e ad entrare nell’ultima stanza del breve corridoio di sinistra dove potei scorgere il professore, che con un atteggiamento quasi conviviale, svolgeva una lezione dietro ad una serie di tavoli disposti a ferro di cavallo intorno ai quali erano seduti attenti e partecipi, numerosi studenti. Mi colpì da subito la sferzata e la forza consapevole e incisiva delle sue parole sui presenti, ragazzi che non riuscivano a distogliere lo sguardo e l’udito da lui, catturati da quella passione per la ricerca e lo studio che in modo indelebile avrebbero segnato, di lì in poi, anche il mio percorso universitario. Mi accorsi subito della sua genialità intellettuale e restai rapita dalla sua preparazione e dal suo approccio metodologico alla ricerca archeologica. Decisi così di seguire i suoi corsi di Protostoria europea, insegnamento che gli era stato conferito come docente universitario presso l’Ateneo della Sapienza fin dal 1963, abbandonando il percorso degli studi etruscologici che intanto avevo intrapreso. Gli anni dal 1988 al 1995 furono davvero decisivi per me e per il mio futuro di archeologa.
Durante quel processo di apprendimento che vede coinvolti maestro e allievi, affrontai numerose difficoltà, limiti oggettivi d’iniziato ad una nuova disciplina, lavorai in modo estenuante, come tanti altri studenti, imparando attraverso la schedatura, la catalogazione, la minuta descrizione dei materiali archeologici e soprattutto la classificazione tipologica dei reperti - di cui Peroni all’epoca proponeva già nuove codifiche per un preciso contributo alla cronologia dei contesti dell’età del bronzo - che esercitare l’attività di archeologo comporta un alto grado di responsabilità nei confronti della ricostruzione e della comprensione dei processi storici. Tutti gli allievi del Prof. Peroni non dimenticheranno mai le giornate intere trascorse nella Biblioteca, nelle Aule o nel Sottoscala di Via Palestro 63, talvolta fino al tardo pomeriggio o alla sera, a compilare schedini e schedoni di materiali archeologici, tipologie e tabelle di seriazione cronologica per gli esami e poi infine, per la tanto sudata e sospirata laurea con una tesi a dir poco quasi sempre “lunga e monumentale” in Protostoria europea. I lavori di tesi finiranno quasi sempre per essere pubblicati, a discapito è vero di un inevitabile allungamento del percorso universitario per ciascuno dei suoi studenti, ma a vantaggio in generale degli studi di protostoria per gli importanti risultati e contributi offerti dalle ricerche della Sua Scuola, ricerche che ha sempre favorito con il suo stesso audace e innovativo temperamento. Io stessa mi laureai con una tesi sulla protostoria della Valle del Pescara studiando cospicui materiali inediti provenienti dalle diverse ricerche condotte tra gli anni ’70 e ’80 in Abruzzo, edita poi nei Quaderni del Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara.
In uno dei giorni che precedettero la discussione della mia tesi, in un pomeriggio caldissimo di fine luglio del 1995, mi apprestavo per l’ennesima volta a consegnare una bozza del lavoro al professore per le ultime correzioni e mi dirigevo verso la sua abitazione. Lo vidi venirmi incontro con una certa premura per togliermi dalle mani la borsa che conteneva il pesante fardello dei volumi della tesi! In quell’occasione ebbe a dirmi che era la prima volta che un professore portava la borsa ad un suo allievo, quando solitamente si assiste al contrario! Lo ringraziai per il gesto eccezionale compiuto nei miei confronti e da allora, serbo nel cuore quella scena come segno di uno sprone continuo a migliorarmi negli studi e nella mia professione di archeologa, con la speranza di avergli reso merito e riconoscenza per il suo incoraggiamento oltre che per i suoi preziosi consigli.
 
 
 Nel 1990 ebbi anche l’opportunità di partecipare ad una campagna di scavo organizzata nell’insediamento dell’età del bronzo di Broglio di Trebisacce in Calabria, portato alla ribalta, come ho già ricordato, nel panorama delle più importanti scoperte archeologiche della protostoria italiana, grazie all’identificazione di Peroni insieme al suo allievo Andrea Cardarelli nel 1978 e alle indagini messe in atto, sotto la sua continua direzione scientifica e negli ultimi anni condivisa con il suo allievo Alessandro Vanzetti, dai suoi vari collaboratori fino ad oggi, in una serie di tappe ripercorribili nella numerose pubblicazioni sulla Sibaritide e l’alto arco ionico calabrese (da Ricerche sulla Protostoria della Sibaritide, 1, con G. Bergonzi, A. Cardarelli, P.G. Guzzo, L. Vagnetti, 1982 in poi). A tutt’oggi il sito di Broglio di Trebisacce rappresenta lo scavo più importante per la conoscenza delle civiltà preelleniche della Calabria durante il millennio che precedette la colonizzazione greca (circa 1700-700 a.C.). In particolare è uno dei luoghi in Italia dove meglio sono stati individuati e studiati gli intensi rapporti con la civiltà dei palazzi micenei dell’Egeo, cantati da Omero.
Proprio in memoria delle esperienze di studio condivise a Broglio, al Prof. Peroni dedico queste pagine del mio sito, unitamente ai versi di una poesia “La collina dei venti” che scrissi proprio a Broglio durante la campagna di scavi del 1990 (foto 1). Dopo aver ascoltato le mie canzoni, tra cui “Lamento per il Sud”, una melodia che ho composto sui versi di Salvatore Quasimodo, eseguite alla chitarra nel laboratorio-magazzino dei reperti, un luogo piuttosto insolito per uno spettacolo serale, alla presenza di un gruppo di Svedesi giunti in visita agli scavi, Peroni mi chiese una copia della canzone autografata e mi incoraggiò, senza perdere di vista gli studi archeologici, a perseguire anche il mio amore per la musica e la scrittura. Cosa che poi nella mia vita ho fatto! Ecco che lo rivedo mentre applaude divertito alla mia performance artistica insieme a tutti i componenti della missione, meditativo sotto un ulivo in cima alla collina di Broglio a raccogliere i suoi appunti di scavo, prendersi il suo tè del pomeriggio nel laboratorio della missione in compagnia dei disegnatori e dei membri dell’équipe, oppure con la cazzuola in mano a setacciare la terra in cerca di quei “preziosi cocci” che lo hanno reso felice insieme ai ragazzi del suo scavo . Grazie Professore, a nome anche degli altri del mio millesimo(*) e, credo, di tutti gli studiosi che l’hanno conosciuta! Tiziana Fratini* scripsit 7.3.2010
 
(*Ricordo: Valentina Leonelli, Franco Campus, Stefania Bagella, Francesca Farina, Sara Tiziana Levi, Marco Bettelli, Luciano De Camillis, Serena Cosentino, Gianfranco Mieli, Daniela Tabò, Lucia Rosini, Mario Sbarra, Ileana Gagliardi, Cristiano Iaia, Alessandro Mandolesi, Paolo Boccuccia, Raffaele Piatti, Brunella Badei, Daniela De Angelis, Valentina Fontana, Günter Kaufmann, Luca Mercatucci, Claudio Moffa, Geraldine Pizzitutti., insieme alle disegnatrici: Stefania Peccirillo, Stefania Cicellino, Cristina Damiani)

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