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  30 agosto , 2007       redazione       Arte, Attualità   
SPARTIVìNTE- Grande successo della commedia dialettale


 La Notte Bianca ( con corteo storico  Nundinae, gruppo musicale Hantura, gruppi musicali di Trebisacce, centro storico, Piazza della Repubblica, Corso Alfredo Lutri e Lungomare ) ha caratterizzato l'edizione Festival del Mare  dell'estate trebisaccese. Il 19 agosto è stata una giornata straordinaria, bella, nuova, partecipata. Dopo la Notte Bianca, la manifestazione  che ha avuto maggiori consensi e gradimento è stata la commedia in dialetto trebisaccese SPARTIVINTE. Grande pubblico l'8 agosto in Piazza della Repubblica. La commedia è stata replicata, a grande richiesta, il 23 agosto in Piazza San Martino. Anche in questa occasione grande successo di pubblico. Soddisfatti il Sindaco Arch. Bianchi e l'Assessore Cerchiara per l'opera teatrale sulle usanze popolari legate al ciclo della vita umana. Lo spettacolo è stato prodotto e messo in scena dai giovani trebisaccesi della nascente compagnia teatrale L'Albero della Memoria.  Dei giovani attori parleremo nei prossimi giorni. Ottima la recitazione, le musiche, bellissime le scenografie realizzate dalla pittrice Mariolina Del Popolo, con l'ausilio di Giuseppe Malatacca, Aloise Maria Francesca, Giuseppe Laino. Apprezzata l'iniziativa dell'Appello contro gli incendi, per la difesa dela patrimonio boschivo, dei terreni d'uliveti e del Parco Archeologico di Broglio. Applausi e tanta commozione per la poesia di De Vita in  onore di S. Francesco di Paola, dedicata a tutti gli emigranti, recitata e interpretata magistralmente dalla mascotte della Compagnia, il piccolo-grande Ludovico Noia di Renato e Ketty. A breve presenteremo scheda riassuntiva e foto dell'evento.

 

                  

 

 

Il piccolo Ludovico Noia interpreta Micuzzillo nel terzo quadro "Mettere l'anello".

Sono vicini altri due straordinari intepreti della Commedia: Filippo Garreffa e Andreina Petta;

in secondo piano Aloia Angela e Maria Petta.

 


 

SPETTACOLO TEATRALE


SPARTIVìNTE


SCHEDA


Lo spettacolo teatrale SPARTIVìNTE di Piero De Vita è stato rappresentato a Trebisacce in data 8 Agosto 2007, in piazza della Repubblica, e replicato a grande richiesta della cittadinanza in data 23 agosto 2007, in piazza San Martino. L’iniziativa rientrava nel contesto della Programmazione dell’Assessorato Sport-Turismo e Spettacolo dell’Amministrazione Comunale di Trebisacce “FESTIVAL DEL MARE  ANNO 2007- N.0”.
Il testo è stato messo in scena dalla giovane
Compagnia Teatrale “L’Albero della Memoria” di Trebisacce che si avvale della consolidata esperienza della  pittrice Mariolina Del Popolo per le scenografie, di  Giuseppe Franco per la recitazione (che insieme a De Vita ha curato anche la regìa), di Aloise Maria Francesca e Giordanelli Filomena per i costumi , di Campanella Angiolino, Giuseppe Malatacca  e Laino Giuseppe per  l’organizzazione e di De Vita Rocco per la scelta delle musiche.
Il gruppo inoltre si avvale della competenza di Antonello Perrone del Dams di Bologna e di Maria Luisa Iaconianni, costumi, trucco, organizzazione.
Il lavoro è stato coordinato dal centro studi e ricerche
L’Albero della Memoria e dal Museo dell’arte olearia e della cultura contadina “L. Noia”.
La serata del 23 agosto è stata presentata, con padronanza e scioltezza, da Mariolina Partepilo mentre la bellissima voce di Assunta Madera ha intrattenuto il pubblico  negli intervalli.  Le riprese video sono state curate da Vito Covelli e Aloise Madlene, la documentazione fotografica da Salvatore Noia, Guido Salerno e Giuseppe De Vita.
Prima dell’inizio della manifestazione, Ardis Maria e Ugolini Teresa, a nome della Compagnia degli attori, hanno letto un Appello per difendere il territorio di Trebisacce contro gli incendi che hanno devastato il patrimonio boschivo, i terreni d’ulivo e il parco archeologico di Broglio, nel mese di luglio e agosto.

TESTO DI: PIERO DE VITA        REGIA: GIUSEPPE FRANCO E PIERO DE VITA


IL CAST DEGLI ATTORI  E’ COSI COMPOSTO:


FAMIGLIA SPARTIVìNTE                                                             
MALATACCA GIUSEPPE: MICCO                                                                     
ALOIA ANGELA: FILUMENA-NZANELLA                                                           
OROFINO LEONARDO: LINÀRDO                                                                     
GARREFFA FILIPPO: ZI’ RUCCO                                                                     
UGOLINI TERESA: CUNCITTÌNA                                                                      
DI BELLA CARMINE: MICCARÌLLO                                                                  
                                                                    
                                             
FAMIGLIA SPURTONE
CIANCIA SALVATORE: GIUGUANNO
ARDIS MARIA: VICENZA
PETTA ANDREINA: NONNA NTUNETTA
NUPIERI TIZIANA: ANGELINA
ALOIA ANTONIA: NTUNITTELLA  
LIGUORI CARMELINA: CATRINA
PETTA MARIA: MARIA


SCRIVANO E FIGLIOLETTO
LIZZANO ANTONIO: CUMPÀRE JÀBBICO
LUDOVICO NOIA: MICUZZILLO


AMICI                                                                                                   
MONTI ANNA: MANGELLA                                                                           
ADDUCI VINCENZO: PITRO    
UGOLINI GIUSEPPE: FRANCISCO    
  
             


SUONATORI : ALOIA ANGELO E MOTTA FRANCESCO


Voci Fuori Campo: PAPANASTASSIOU GIORGIO- ALOISE MADLENE- DI GESU DEBORA
 

GRUPPO DI LAVORO E STAFF ORGANIZZATIVO:

SCENOGRAFIE: DEL POPOLO MARIOLINA
DIRETTORE DI SCENA:
MALATACCA GIUSEPPE
MUSICHE: DE VITA ROCCO

COSTUMI: ALOISE MARIA FRANCESCA-GIORDANELLI FILOMENA
STAFF ORGANIZZATIVO:
LAINO GIUSEPPE- CAMPANELLA ANGIOLINO- FABIO BRUNETTI-
ANGIULLI  ROCCO-SAPONIERI NICOLA-GARREFFA GIUSEPPE


*  *

CONTENUTI

SPARTIVìNTE è una commedia brillante scritta  in dialetto trebisaccese; ripropone ambienti, tematiche, usanze popolari legate al ciclo della vita umana nella tradizione locale: la nascita, il corteggiamento, il fidanzamento, la casa e il letto nuziale,il matrimonio.  
Il testo si articola in quattro quadri: l’attesa del nascituro-unico erede, corteggiamento-scapillata-tizzone, mettere l’anello e cantare il letto.
Perché il titolo Spartivìnte?
Il professor De Vita ha scritto il testo nel lontano 1997 e messo in scena, per la prima volta, il 22 dicembre 1998, a cura del prof. Mario Gerundino, presidente del Distretto Scolastico n.29 e dell’IPSIA di Trebisacce.
Spartivìnte è, secondo i racconti popolari, il luogo di Trebisacce dove si radunano tutti i venti, che soffiano sul nostro territorio e poi si separano ovvero ognuno prende la sua giusta direzione.
Metaforicamente, Spartivìnte, si riferisce alle generazioni, che si ritrovano sotto lo stesso tetto e sotto lo stesso cognome, con le stesse usanze, le stesse tradizioni. Nel corso della vita poi così come i venti di Spartivìnte, le stesse generazioni si separano e vanno verso il nuovo, la modernità.
Ognuno verso il proprio destino.
Spartivìnte, quindi, come luogo bello e come testimonianza di valori da difendere, come segno di bella umanità a cui le nuove generazioni devono guardare con rispetto.


LA STORIA:
Nel contesto di una Trebisacce, regolata dai ritmi della vita contadina, si sviluppa la storia della Famiglie Spartivìnte e Custòne e il rapporto d’amore tra i rispettivi figli, Miccarìllo e Angelina.
La famiglia Spartivìnte è alla ricerca di un erede maschio. Questa è l’idea fissa del nonno Micco (magistralmente interpretato da Giuseppe Malatacca), rabbonito dalla nonna Filumena (interpretata da Aloia Angela). I figli sono Linàrdo, Cuncittìna e Rucco.
Linardo è l’unico che si è sposato. La moglie Nzanella è in attesa di partorire. Gli altri due figli  Cuncittìna (interpretato da Ugolini Teresa) e Rucco  (interprato e valorizzato dalla bravura di Filippo Garreffa) non si sono sposati. Mentre Cuncittìna è ubbidiente e accudisce casa e vecchi genitori, Rucco è uno scansafatiche e dedito alla bella vita. Linardo (interpretato da Leonardo Orofino), a questo punto, rappresenta l’unica speranza di continuità della linea maschile della famiglia.
Pronostici sul sesso del nascituro, preoccupazioni, voglie, possibili malattie del nascituro, sogni e gesti da interpretare, detti e racconti popolari: intrecciate discussioni per rassicurare il vecchio Spartivìnte sul sesso e sulla salute dell’atteso erede.
Rucco desidera una femminuccia e crea un conflitto col padre e il fratello che sognano ardentemente un maschio quale  esclusivo erede di tutta la proprietà (a “roba”) nonché l’unico che potrà garantire la sopravvivenza del cognome.


Il primo quadro sarà caratterizzato da questa opposizione, con la mediazione delle due donne di casa. Il nascituro sarà  maschio, porterà il nome e il cognome del nonno. Il piccolo si chiamerà Miccarìllo e rimetterà le cose a posto.

Miccarìllo cresce e diventa un bel giovanotto. I nonni ormai non ci sono più.


Nel secondo quadro i dialoghi riguarderanno il corteggiamento, i canti, le serenate  di Miccarìlle per Angelina (che assume voce e bellezza di Tiziana Nupieri), figlia di Giuguanno ‘u cusitòre (affidato alle improvvisazioni di Salvatore Ciancia). Lo zio Rucco, intanto, con l’ausilio della tramizzira Mangella (l’ambasciatrice) cerca di sondare le volontà dei genitori della ragazza. Il ruolo della tramizzira è interpretato da Anna Monti (ex ragazza di Rucco e abbandonata per altre donne) che risentita dai comportamenti giovanili di Rucco  è sempre pronta a rimproverarlo e a rinfacciargli l’offesa. I dialoghi tra i due  e la gestualità producono, dal punto di vista teatrale,  effetti straordinari. Rucco, Miccarìlle ( il giovane amante Carmine Di Bella) e due amici, Pitro e Francisco (Adduci Vincenzo e Ugolini Giuseppe),  preparano la “scapillata” (una forma di ratto da spettacolarizzare in luogo pubblico) che stupirà e coglierà di sorpresa Vicenza, la madre di Angelina.  La scapillata diverrà un vincolo tra i due amanti. Poi seguirà la serenata sotto il balcone e  il “rito del tizzone” con i nastrini da deporre davanti l’uscio di casa dell’amata. Il tizzone è una antica, simbolica ed esplicita richiesta di fidanzamento. Può avere due risposte o soluzioni: se il tizzone è introdotto in casa la risposta è positiva; se resta fuori l’uscio o addirittura spinto in strada allora la risposta è negativa. Il diniego in questi casi, spesso, si traduceva in litigi e inimicizie perenni. Inoltre, all’insaputa dei rispettivi genitori, costringeva alla “fuga” gli innamorati, nonostante le volontà contrarie o inimicizie delle famiglie. La risposta dei Custone, soprannome Spurtòne,  è positiva e l’azione  si concluderà con serenate e tarantelle e antichi canti popolari trebisaccesi, grazie ai suonatori Aloia Angelo e Motta Francesco.


Il terzo quadro è quello della svolta. Come prescritto dalla tradizione, la famiglia Spartivìnte si reca a casa di Spurtòne per mettere l’anello e ufficializzare il fidanzamento. E’ l’occasione per fissare dote e capitoli: i beni che le famiglie “passeranno” alla futura coppia. In dialoghi sono caratterizzati dalla nonna Ntunetta  
( che Andreina Petta ha impersonificato in maniera impeccabile) e zi Rucco. La nonna finge di esser sorda per le cose non gradite e per evitare spese al figlio Giuguanno. Zio Rucco capisce il trucco e apre uno scontro, in chiave comica,  con l’anziana donna. Il padrone di casa Giuguanno è preoccupato e vuole scaricare tutte le spese alla famiglia del giovane. Oltre ad Angelina ha altre tre figlie da maritare, Ntunittella, Catrina e Maria
( efficace l’interpretazione di Aloia Antonietta, Carmelina Liguori e Maria Petta) che pressano il padre e vigilano su eventuali errori. L’indecisione perenne di Giuguanno è incalzata dalla moglie Vicenza (ruolo affidato alla esperienza e competenza di Maria Ardis) che infine riesce a cogliere e far approvare a tutti la promessa di Linàrdo, padre del futuro sposo, per il pagamento delle spese. La promessa è verbalizzata dal compare scrivano Jàbbico ( personaggio interpretato con garbo ed equilibrio da Antonio Lizzano). Sottile l’ironia usata da Lizzano:  lascia intendere che tutte quelle discussioni sono state inutili perché la “roba”  è poca, anzi pochissima. Questo è il momento di Micuzzillo, il piccolo straordinario attore Ludovico Noia, che  con Angelina, Miccarìlle, la Nonna e zi Rucco rappresentano la svolta e la spinta verso il nuovo. Ufficializzato il fidanzamento e offerti doni e regali si procede per l’organizzazione della casa nuziale, con la richiesta della nonna del “forno” per la casa: richiesta non accolta dallo zio Rucco.


Nel quarto e ultimo quadro della commedia si inizia con due antiche usanze: l’atto di accogliere la futura sposa con il cucchiaio di miele e il rito del cantare e purificare il letto nuziale da eventuali forze maligne. E’ l’anziana nonna Ntunetta a gestire il contesto rituale. Poi si passa alla consegna della biancheria, alla preparazione del letto nuziale da parte delle donne più giovani della casa e la deposizione dei soldi sul letto stesso: il letto del giovedì di ziti. Micuzzillo contesta tutto. Il quadro si conclude con la confessione sl letto delle consuocere e consuoceri dove ognuno rilegge la propria storia e la propria condizione. I maschi Linàrdo e Giuguanno cominciano a trastullarsi sulla loro prima notte. L’intervento dei futuri sposi, di Micuzzillo, zi Rucco e la nonna interrompono il dialogo considerato un vecchio modo di ragionare. La nuova coppia, che dividerà le generazioni, è assistita dallo zio e dalla nonna ( riappacificatosi, nonostante il “forno”) verso un nuovo cammino, nella modernità ma nel rispetto della tradizione e con la contrarietà di Micuzzillo. Ognuno seguirà il proprio destino, così come i venti di Spartivìnte.

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LA PAROLA E LA MEMORIA
Prof. Leonardo La Polla
( da “Presentazione al testo SPARTIVìNTE”)
 Spartivìnte, la parola e la memoria. La parola e l'identità, la parola antica e pur sempre fanciulla e nuova , vita stessa dei vicoli, delle case, delle famiglie  di Trebisacce-Centro storico, che si cercano e si trovano oltre l'abbraccio del bastione maestoso.... la parola che si ritrova nel sussurro tenero e intrigante delle albe che trionfano da Mostarico al mare Jonio. Splendide e dolcissime conversazioni, ricche di proverbi, modi di dire, frutto della intramontabile  saggezza popolare... la parola restituita a se stessa, alle emozioni della gente che l'ha generata e che in essa si ritrova e si rigenera... la parola delle origini, delle valenze primigenie al di là dei fatti, delle tradizioni, dei personaggi, dell'intento anche scopertamente filologico e di recupero culturale
dell’autore. La parola, dunque, ma anche l'amore grande per questo lembo estremo di terra millenaria
e ancora tutta da scoprire e pienamente vivere. Plaudiamo, allora, a Spartivìnte, all'opera di Piero De Vita, all’Assessore allo Spettacolo, Antonio Cerchiara, all'impegno delle ragazze e dei ragazzi della Compagnia Teatrale, protagonisti di una rappresentazione teatrale
che disegna un paese finalmente ritrovato, autenticamente   in cammino.
Questa è la via da seguire perché Trebisacce, in quanto centro di propulsione culturale, si apra efficacemente al territorio, alle nuove generazioni.

 
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SPARTIVìNTE: TREBISACCE DELLE TRADIZIONI
Maddy Aloise

Ho assistito ad un omaggio straordinario a Trebisacce, alla nostra cara terra.  E’ stata una festa collettiva. Il pubblico si è divertito ma ha avuto anche la possibilità di riflettere sul nostro retroterra culturale, sulle nostre radici.
Nell'ambito del Festival del Mare 2007, per tener vivo nella memoria il nostro passato, ci preme lodare lo spettacolo Spartivinte, un lavoro che tende a tenere vivi gli usi e i costumi del nostro paese e manifesta un amore profondo verso la cultura e la tradizione "trebisaccese".  L’opera è stata presentata già nel lontano 1998 nell’ambito del progetto Teatro-Scuola-Territorio del Distretto Scolastico. Anche in quella occasione, l’opera, è stata accolta favorevolmente per la novità e per le tematiche proposte.  
La rappresentazione della commedia, scritta in dialetto trebisaccese, mette in scena i riti pre-nuziali, vissuti come vere e proprie regole comportamentali, radicate nella comunità, uniformemente e costantemente osservate, il cui  vincolo sociale era pacificamente riconosciuto e condiviso.
Un elogio naturalmente va ai giovani attori, che hanno dimostrato bravura nel rappresentare situazioni a loro sconosciute perché non appartenenti più al loro mondo, ma che fanno parte però di quel grande patrimonio che è il fondamento dell'identità spirituale e culturale di una comunità.
E' il fondamento di un mondo contadino-rurale sicuramente estraneo alla maggior parte dei giovani- per il profondo mutamento della realtà sociale in cui viviamo ; un mondo non lontano dai nostri cuori perché appartenuto ai nonni e nonne, le cui storie, gli stessi  raccontavano magari davanti al focolare, a tavola, con linguaggio evocativo e ricco di  nostalgia.
Quale musica migliore può esistere di quella che proviene dal racconto dialettale di episodi reali dei nostri avi?!
Grazie perciò a tutti coloro che si sono impegnati a far rivivere la Trebisacce delle tradizioni; grazie anche perché l'impegno dei giovani ha dimostrato attaccamento alla propria terra e straordinaria capacità artistica.

 


 

COMUNICATO-APPELLO CONTRO GLI INCENDI (Maria Ardis)
Prima di iniziare lo spettacolo diamo lettura del comunicato-appello
che la nostra compagnia teatrale “L’Albero della Memoria”
ha letto giorno 8 agosto nel corso del primo spettacolo in Piazza della Repubblica e rinnovato il 23 agosto.


La nostra Compagnia esprime  sdegno e sconforto per i devastanti incendi di luglio e agosto
che hanno colpito le zone di Spartivìnte, Mostarico, Cugno di Mezzo, la vegetazione,
le pinete e i boschi di Canale della Porta, San Giuseppe e Canale Pellegrino, Malomo, Marzùca. 
I danni sono ingenti, ettari di bosco annientati, migliaia di piante di ulivo bruciate.
Come figli di Trebisacce  non possiamo stare zitti di fronte a tanta distruzione.

Siamo in presenza di un vero e proprio terrorismo ambientale.
I colpevoli, i piromani, devono essere individuati e puniti,
le istituzioni devono trovare il modo di prevenire e proteggere il territorio.

Abbiamo provato dolore e sconforto a Spartivìnte di fronte alla Croce,
voluta da Don Pietro De Tommaso insieme ai Trebisaccesi: un velo nero di cenere,
anni e anni di cura e di lavoro azzerati.

Abbiamo provato altrettanto dolore e sconforto sulla collina di Broglio: il fuoco non ha risparmiato
il Parco Archeologico, l’ambiente circostante e soprattutto la Capanna centrale,
completamente distrutta, bruciata. E’ una aggressione all’evento storico-culturale di maggiore pregio.
Broglio, i risultati delle campagne di scavo condotte dall’èquipe del Prof. Renato Peroni ,
le testimonianze, i reperti, gli studi, hanno proiettato Trebisacce a livello mondiale.

Mobilitiamoci tutti per proteggere il sito, il suo valore, i sacrifici fatti in circa 30 anni di attività.
Esprimiamo solidarietà alle famiglie proprietarie dei terreni d’uliveto nella speranza
che si possano recuperare le coltivazioni.
L’olio per Trebisacce è una risorsa pregiata, segno della laboriosità del nostro popolo.

Questa terra è la nostra terra, bella e incontaminata accogliente e nessuno ha il diritto
di offenderla o di bruciarla.
Ringraziamo le istituzioni, nelle sue diverse articolazioni, per l’impegno profuso.

Invitiamo i cittadini a collaborare e a vigilare.                                                                                                                                                                                                   
 * * *

Il titolo del nostro spettacolo è, appunto, Spartivìnte (Teresa Ugolini)

Il professor De Vita ha scritto il testo nel lontano 1997 sottolineando che , Spartivìnte è,
secondo i racconti popolari, il luogo di Trebisacce dove si radunano tutti i venti,
che soffiano sul nostro territorio e poi si separano ovvero ognuno prende la sua giusta direzione.
Metaforicamente, Spartivìnte, si riferisce alle generazioni, che si ritrovano sotto lo stesso tetto
e sotto lo stesso cognome, con le stesse usanze, le stesse tradizioni.
Nel corso della vita poi così come i venti di Spartivìnte, le stesse generazioni si separano
e vanno verso il nuovo, la modernità. Ognuno verso il proprio destino.
Spartivìnte, quindi, come luogo bello e come testimonianza di valori.
Questi valori noi vogliamo difendere e a questa bella umanità noi vogliamo guardare.
Viva Trebisacce e i Fieri Trebisaccesi.
                                                                                                    ( Compagnia Teatrale “L’ Albero della Memoria” – Trebisacce)

 

 


 

 


 

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