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  05 dicembre , 2007       piero.devita       Attualità   

Operazione antidroga “Notti Bianche”, condotta dalla Procura del Tribunale di Castrovillari.
Vi hanno partecipato più di 130 uomini, unità cinofile ed un elicottero.
Ventisette le perquisizioni.
Coinvolte 13 persone.
Esito: cinque ordini di custodia cautelare e otto provvedimenti di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Ventisette perquisizioni domiciliari.
Accusa: detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.


Il Procuratore Capo del Tribunale di Castrovillari, Agostino Rizzo, nella conferenza-stampa presso la sede della Compagnia dei Carabinieri di Cosenza, ha affermato."Questa volta abbiamo colpito un livello più elevato di quello dei semplici spacciatori".

Il Sostituto Procuratore del Tribunale di Castrovillari, Baldo Pisani, dal canto suo, ha sottolineato: “Stiamo parlando di un'articolata rete di vendita che ha, verosimilmente, contatti con fenomeni criminali maggiormente organizzati".
Questi i riferimenti dei giudici. Questo il “succo” di tutta l’operazione.

Prima di inserire nel nostro sito la notizia abbiamo voluto attendere conferme, sviluppi, maggiori notizie;

quelle notizie che chiariscono davvero (nel bene e nel male, in positivo o in negativo, nel dispiacere o nella tranquillità).
Troppo clamore, troppe parole, troppe campane e sirene, tutto troppo…purtroppo!!!! … Nella città e sui giornali.
Ma troppi, ci sembrano, anche gli uomini e i mezzi impegnati per questa operazione.

Tenuto conto del contenuto degli interventi dei Giudici, la mia attenzione si è soffermata sulle frasi:

1) “…verosimilmente contatti con fenomeni criminali organizzati”

e ancora

2) “…livello più elevato di quello di semplici spacciatori”.

Inoltre ho riflettuto su ciò che è stato ritenuto utile all’indagine: in particolare intercettazioni telefoniche. Solo intercettazioni telefoniche?...Bastano?...

Chiedo.
Nell’attesa di ulteriori risultati e riscontri, proporzionati all’intensità dell’operazione e alle dichiarazioni dei Giudici, ci sia consentito nutrire qualche ragionevole perplessità sull’intero contesto, così come è stato presentato dalle autorità e dagli organi di informazione.
I giovani di Trebisacce coinvolti sono semplici consumatori? Detentori? Spacciatori? Contigui a organizzazione criminali?...Sono "inciampati" per equivoco, sottovalutazione, fatali coincidenze,distrazione, superficialità, in una vicenda più grande di loro? 
Era proprio necessario sbatterli in prima pagina e dedicare alla vicenda pagine intere di giornali e annunci televisivi?
Mi sembra tutto sproporzionato!!!...
Chiedo ancora: Cosa significa “…un livello più elevato di quello dei semplici spacciatori?”....  Conosco la maggior parte di questi giovani e i rispettivi familiari e mi sembra una storia incredibile.
Bisogna dunque attendere sviluppi confidando nella Giustizia e nel lavoro dei Giudici.

E' necessario chiarire la posizione di ognuno degli indagati.

 Auspichiamo valutazioni serene e obiettive. I responsabili che paghino pure, gli altri tornino a vivere la propria quotidianità, liberi da ogni dubbio o sospetto
La città ha bisogno di conoscere la verità. Subito!!!...

Questa mia perplessità non è sfiducia nei confronti dell’indagine. Tutt’altro. Non è nemmeno semplice caparbietà, tipica di chi lavora tanto per il bene del proprio ambiente e si sforza di indicare modelli di riferimento saldi.

Non sono tra quelli che pensa Trebisacce come un’isola felice o un paese eccezionale; uno spazio protetto, immune da rischi, tentazioni, scivolature, leggerezze, che trapassano i giovani. No. Trebisacce non vive in una bolla trasparente e glorificata. Sono finiti quei tempi. Trebisacce è un paese “normale”. La sua “normalità” è ormai sotto pressione e i “mali” della società si notano e si registrano anche da noi. Anche Trebisacce è assediata da questi tempi complessi, alla pari di ogni altro luogo d'Italia.

Tutti sanno. Tutti dicono. Tutti bisbigliano, sottovoce, di tante altre situazioni. Non serve e non ci interessa. Siano le forze dell’ordine a compiere gli atti necessari.

Noi, però, non dobbiamo “chiudere gli occhi” su ciò che di negativo succede. E’ nostro dovere, invece, alzare il livello di protezione sui nostri ragazzi, sui nostri figli.Trovare soluzioni e percorsi. Come? …
Ecco, su questo vorrei stimolare, proporre, un dibattito-confronto tra tutte le agenzie formative operanti nel nostro territorio, famiglie, personalità, istituzioni, chiese, scuole, associazioni, giornali.

Nel frattempo, evitiamo di sentenziare e di “condannare”, a priori, questi nostri giovani indagati.Se hanno sbagliato e sono colpevoli che scontino il peso dell’errore, ma se così non è ( questo è l’augurio di tutti), siamo tenuti ad infondere loro fiducia e speranza.

In ogni caso, l’evento è servito a scuotere tutta la città. A risvegliarla. Un fortissimo segnale. Un avvertimento.

E’ una lezione che suggerisce a tutti noi di non far finta di nulla.
E’ una lezione che suggerisce ad ognuno di prendere coscienza sui fenomeni negativi

che “stanno imprigionando”, deviando, condizionando, tempestando le giovani generazioni del nostro territorio.